Reggio Emilia, 7 novembre 2011 – Processo Eternit. Nuova puntata. Stamattina si sono svolte le repliche dell'accusa nei confronti dei due massimi dirigenti dell'Eternit, che aveva una delle sue quattro sedi a Rubiera: il miliardario svizzero Stefan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis de Cartier, 90 anni. ''Gli imputati – ha affermato il pubblico ministero Raffaele Guariniello - hanno accettato il disastro e hanno finito per agire con dolo intenzionale''.

Secondo l'accusa, i morti correlati all'esposizione all'amianto degli stabilimenti della Eternit in tutta Italia, oltre a Rubiera gli altri stabilimenti erano a Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria) e Bagnoli (Napoli), sono quasi 3mila. Per Stefan Schmidheiny e Louis de Cartier la richiesta di pena era stata di 20 anni di reclusione per i reati di disastro doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. ''Nella mia carriera di pubblico ministero - ha detto Guariniello - non avevo mai chiesto condanne tanto elevate. Questa volta l'ho fatto per l'intensita' dell'elemento soggettivo e per il prolungamento del comportamento degli imputati nel tempo".