Reggio Emilia, 2 giugno 2012 - Dall'aiuto domestico all’intercessione di San Demetrio di Salonicco. Il popolo delle ‘badanti’ dell’Est si ritroverà domani a pregare affiché il terremoto abbia fine. La parrocchia cristiano ortodossa di San Zenone, che raggruppa varie comunità sul nostro territorio, affronta con spirito di fede la tragedia del terremoto. Uomini e donne. «Esiste un’antica preghiera per la ‘Carità di Dio’, all’interno di un libro sacro dell’ottavo secolo –— spiega padre Dimitrj Nazarov —. È un’invocazione speciale che appartiene alla nostra tradizione».


Questo momento si svolgerà dopo l’importante celebrazione della Pentecoste, alle 10 nella chiesa di san Zenone. «Alle undici e mezza inizieremo i ‘Vespri dello Spirito Santo’ –— continua padre Nazarov —. Pregheremo per tutti i defunti e subito dopo invocheremo san Demetrio di Salonicco per la protezione di Reggio». Non a caso a Salonicco san Demetrio è Patrono, ed è considerato il «Santo che ha protetto la città greca durante un terribile terremoto, nel sesto secolo», come ricorda il sacerdote ortodosso. Patrono di Salonicco che potrebbe proteggere Reggio da altre scosse.

Il testo originale della preghiera è in lingua greca, ma le comunità ortodosse reggiane, utilizzano la versione tradotta in slavo, perché i fedeli greci presenti a Reggio sono in minoranza. La maggior parte provengono dall’Ucraina e la Romania.
 

Da Reggio a Novellara. Dall’Oriente ortodosso all’Oriente più lontano dei Sikh giunti nella Bassa dall’India. Persone diventate fondamentali per il tessuto economico e sociale, in particolare nella produzione del Parmigiano- Reggiano. Anche per loro è fondamentale proteggere Reggio e l’Emilia.

Nel Tempio di Novellare i fedeli stanno pregando ininterrottamente, invocando protezine. Sono stati allestiti due tendoni per offrire riparo a chi ha la casa danneggiata, offrendo, oltre un posto dove dormire, un angolo dove pregare. Questa volta viene recitato un antico testo sacro. Libro che, traslitterato, dovrebbe essere il ‘Gurugransev’. Viene letto giorno e notte; sono stati organizzati turni di ‘preghiera perpetua’, neanche le recenti scosse hanno sospeso le preghiere.


Molti reggiani non lo sanno ma in India c’è chi invoca protezione per la nostra terra. I Sikh della Bassa, vista la gravità della situazione, hanno contattato i grandi templi dell’India chiedendo ai loro compatrioti di unirsi nella preghiera. Attualmente ci sono tre grandi templi Sikh, nel nord dell’India, impegnati a ‘proteggere’ la nostra città. «Ogni giorno, senza fermarci, preghiamo — fanno sapere da Novellare —. C’è sempre qualcuno ma aspettiamo domenica per fare una cerimonia più grande. Con il fatto che la domenica non si lavora saremo molti più fedeli nel Tempio». Religioni diverse, stessa terra da salvare. Domani a Reggio tradizione bizantina e insegnamento dei Guru indiani, saranno uniti per salvare l’Emilia.

Cosimo Pederzoli