Sant'Iliario d'Enza (Reggio Emilia), 1 luglio 2012 - Una parrocchiana di Sant’Ilario, tramite una lettera firmata, ci mostra lo stato d’animo che stanno vivendo diversi fedeli.

 

Sono una parrocchiana della parrocchia di S.Eulalia, non è da me fare questo, ma mi sono sentita chiamata in causa (in quanto appartenente a qs. realtà), a manifestare il mio parere. Non ho parole per esprimere i sentimenti che tutta questa vicenda ha suscitato nel mio cuore… Ferisce molto il constatare, prendere coscienza di certe posizioni, non che fossero sconosciute, ma speravo non fossero così esasperate, così definitive, inconciliabili.
 

Dal mio punto di vista, quello di una semplice parrocchiana, non appartenente a nessuna delle due “fazioni” che si sono venute a creare (stando quello che emerge dal giornale); la realtà è diversa.


Certo, don Romano e don Sergio hanno carismi differenti, ma perché questo deve necessariamente creare degli schieramenti? Non è invece segno di ricchezza ? Lo stesso Papa parlando dei vari carismi, movimenti che lo Spirito Santo suscita all’interno delle Chiesa, afferma che sono arricchimento e dono grande per la Chiesa stessa. Noi che abbiamo la fortuna di avere questi doni all’interno della Parrocchia, diamo un calcio a tutto quanto, come bimbi dell’asilo, accecati dall’egoismo e dall’ignoranza, pensando che il nostro gioco sia il più bello e dobbiamo per forza fare quello, senza pensare che se giocassimo ad entrambi i giochi potremmo divertirci di più e più a lungo!


Non riesco a trovare pace pensando a tutto quello che questi ultimi avvenimenti hanno creato e stanno creando.
Penso a quei parrocchiani (adulti e giovani) che dopo anni si stavano riavvicinando alla Chiesa mossi, provocati dalle belle omelie di don Romano, che ci ha aiutato a sentire viva, presente, vicina, concreta la presenza di Cristo. Presenza carnale, reale, presenza nelle circostanze della vita, nella realtà quotidiana, in famiglia, sul lavoro, nel prossimo; presenza che si riconosce se abbiamo un cuore aperto all’incontro, al dialogo; se ci lasciamo provocare da questa fornace d’Amore. Ci ha invitato ad essere uomini e donne “vere” (ed è forse questo che mi ha mosso ad uscire dal mio guscio e scrivere per dire il mio parere), innamorati di Cristo.


Parrocchiani che si sono lasciati guidare dalle omelie profonde, spirituali ma non per questo meno attuali e concrete di don Sergio che come tassello di un puzzle andavano a continuare le omelie di don Romano spiegando come questa Presenza nel quotidiano, si può incontrare, se ci disponiamo a questo con la preghiera, il silenzio, l’ascolto. Come si possa essere persone “vere”, se ci formiamo delle convinzioni profonde, se non ci fermiamo davanti alle prime difficoltà, ma con coraggio ed abbandono proseguiamo lungo il cammino confidando nella misericordia di Dio, seguendo l’esempio dei Santi, attingendo forza e coraggio dall’ Eucarestia e determinazione sapendo riprendere il cammino ritornando sui propri passi, anche se prima abbiamo sbagliato, sostenuti dalla grazia del sacramento della Riconciliazione.


In questi giorni però, leggendo i giornali mi sono chiesta dove sia tutto questo, dove sia questa Presenza. Quanti di coloro che avevano iniziato un nuovo cammino non hanno pensato .. “avevamo ragione a stare lontano da certi posti, è tutto solo un gran parlare il cristianesimo, non c’è nulla di concreto!” Quanto male sta facendo tutto questo?


Sono convinta e credo nella presenza di Cristo nella mia vita e per questo non posso tacere. Capisco le difficoltà, le differenze di carattere, divergenze di opinioni che ci sono nel dirigere una parrocchia grande come la nostra. Divergenze che in fondo ci facevano sentire amati, come parrocchiani, che sapevamo essere mosse solo per cercare di realizzare un maggior nostro bene ma oggi mi viene la tentazione di chiedermi se la mia non era solo pura illusione perché in realtà erano solo frutto di prevaricazione per una personale presa di potere, questa situazione rischia di farci sentire usati più che amati.
Voglio allontanare questo pensiero che confido essere sbagliato. Aiutateci anche voi carissimi don Romano e don Sergio a farci sentire che non è così, che vi stiamo a cuore, che ci sentite quelle pecorelle che il Signore vi ha affidato. Auitateci a credere che il Signore c’è, è qui, adesso!come non si stanca mai di sottolineare don Romano nelle sue omelie. E’ presente attraverso di voi, sacerdoti, sui ministri; sempre umani e quindi con i limiti e i difetti di tutti ma in virtù del sacramento che avete ricevuto “Alter Christi”! E’ questa presenza che noi e i nostri giovani hanno bisogno di rivedere in voi, come si potrebbe diversamente ricredere alla figura del sacerdote?


Faccio un appello a Sua Eminenza il vescovo Adriano Caprioli, non permetta che la nostra parrocchia venga divisa e annullata, questa ultima situazione la sta sbriciolando. Non conosco il parroco che è designato a venire al loro posto, mi hanno detto essere molto in gamba e non ne dubito ma non è con un colpo di spugna che si risanano certe ferite, certe lacerazioni.


Mi hanno insegnato che chi rompe paga, chi scuce deve ricucire. La nostra parrocchia potrà riprendersi solo con l’aiuto di don Romano e don Sergio; permetta loro, se lo desiderano, di stare ancora un po’ in parrocchia, di dimostrarci che le difficoltà possono essere affrontate e superate.


Abbiamo bisogno di esempi concreti, don Romano e don Sergio aiutate noi e i nostri giovani e capire che si può ricominciare, si può sempre trovare un punto di incontro. Siate per noi Vangelo vivo e concreto! Come faranno le famiglie a non dividersi, a restare unite anche di fronte alle difficoltà, ad impegnarsi per cercare di riallacciare rapporti tesi, ricreare dialogo, affetto, amore se voi per primi non ci date l’esempio? Come faranno i giovani ad essere veri, a portare avanti le loro idee di cristiani (che non sono prese di posizione personale), a cercare un dialogo, ad impegnarsi davanti alle difficoltà, a cercare un punto di comunione se non ci dimostrate voi ora che è possibile?

Ridateci la fiducia e la speranza che è venuta meno ultimamente! Non sono superficiale, conosco le problematiche che vi hanno spinto a tanto e immagino le difficoltà ma non potete dirmi che sono maggiori rispetto a quelle che famiglie o giovani si trovano ad affrontare. Portate a termine il compito che il Signore vi ha affidato, accogliete la sfida che vi propone. Per quello che riguarda noi parrocchiani, aiutateci voi a capire che non siamo chiamati a correre un palio dove per vincere bisogna necessariamente che le contrade siano in competizione tra di loro, ma siamo chiamati a correre una corsa molto più importante: quella alla santità e si vince solo se si corre insieme, uniti, se si fa Chiesa.
Cristo ci ha dato l’esempio: la bellezza, il fascino, l’attrattiva del Calvario è vedere Cristo appeso a quella croce; non sarebbe la stessa cosa se quella croce fosse vuota perché il Signore è scappato lungo la via. “Prendi la tua croce e seguimi”, lo chiede a voi e lo sta chiedendo anche a noi. Svegliamoci ! (come incita don Sergio nelle sue omelie ) prendiamo le nostre croci e FACCIAMO CHIESA.

Sarebbe bello vedere una risposta appesa in fondo alla Chiesa o sul sito della parrocchia, ma soprattutto sarebbe bello vedere che tutto questo è possibile. Sono in tanti, ne sono certa a pensarla come me.

Una parrocchiana a cui sta a cuore il futuro della sua parrocchia.