Luzzara (Reggio Emilia), 29 luglio 2012 - UN VIOLINO vecchio e malandato, senza corde, dentro una custodia ormai rovinata dal passare del tempo. Un oggetto che, all’apparenza, sembrerebbe un vecchio gioco da buttare via. Ma che, invece, rappresenta il ricordo di uno dei martiri della Resistenza. E’ il caso del violino appartenuto a Luigi Freddi, partigiano morto a soli 19 anni di età, impiccato dai nazi-fascisti in piazza a Casoni di Luzzara, il paese dove abitava. Poco prima aveva fatto saltare un deposito di munizioni dei tedeschi. Ma venne bloccato e poi ucciso, insieme a un suo compagno. Prima di quella sua ultima missione, Luigi aveva chiesto alla famiglia Vezzani di avere in prestito dei vestiti, per potersi cambiare d’abito e non farsi riconoscere dai tedeschi e dai fascisti durante le operazioni di guerriglia sul territorio. In pegno, lasciò a loro il suo amato violino. Anche perché temeva di non ritornare più e non voleva lasciare quello strumento senza un padrone.
 

COSÌ, purtroppo, avvenne. E del violino, in questi anni, non si sentì più parlare. Ora, a quasi settant’anni di distanza, l’Emilia è stata scossa dal terremoto. E anche la zona di Luzzara ha avuto dei danni. Comprese alcune vecchie case coloniche, che sono state dichiarate «da abbattere». Ma prima della demolizione della parte più antica della casa, in via Valbrina, Gianluca Vezzani, il cui nonno diede gli abiti a Freddi, si è recato nell’edificio per recuperare eventuali oggetti importanti. E ha scoperto il violino, in soffitta.
 

«QUESTA STORIA – dice ora Vezzani – ha sempre avuto il sapore di leggenda, poiché dello strumento si erano perse le tracce. Forse era stato tenuto a Corte Breda, dove ha vissuto a lungo la mia famiglia. Poi, è arriva in questa soffitta. L’ho scoperto quando ho dovuto demolire la parte più vecchia del fabbricato, lesionata dalle scosse di terremoto del 29 maggio. Ho capito che questo oggetto, così importante in quanto rappresenta un pezzetto di storia della nostra comunità, non poteva restare di mia proprietà. Ho ritenuto corretto donarlo all’Associazione dei partigiani, sezione di Luzzara, dove si tiene ancora vivo il ricordo di coloro che hanno cercato di dare un futuro migliore al nostro Paese, con una convinzione tale da sacrificare perfino la loro vita».
 

E IERI MATTINA, in municipio a Luzzara, si è svolta la consegna ufficiale, con il violino passato nelle mani di Simone Lasagna, presidente dell’Anpi locale. Il tutto sotto gli occhi del sindaco Andrea Costa, che ha avuto parole di elogio per questo gesto, proprio nella sala dove sono affisse le foto dei partigiani luzzaresi caduti in guerra.

di Antonio Lecci