Puianello (Reggio Emilia), 10 febbraio 2013 - LA PICCOLA Giorgia Liliana, composta nelle camere ardenti del Santa Maria Nuova in attesa delle esequie di domattina alle 9, era una delle tante persone portatrici del virus dell’influenza in questi giorni di massima diffusione della malattia.
Tra i germi influenzali che l’avevano aggredita, in laboratorio è stato isolato anche il famigerato A H1N1, colpevole due anni or sono dell’allarme pandemia, rimasto poi in circolazione, tant’è che il vaccino di quest’anno è stato formulato anche con la presenza di questo virus.
 

L’H1N1 scatenò la cosiddetta “Messicana”, ribattezzata oggi “Americana” perché negli Usa quest’influenza sta colpendo in forma grave migliaia di persone, tra cui tanti bambini. Giorgia non era vaccinata: l’inoculazione antinfluenzale non è prevista per la stragrande maggioranza dei bambini sani, come sana era cresciuta lei, coccolata con la sorellina dal papà Stefano Casoli e dalla mamma Angela Papini.
 

AVERE il virus addosso non significa essere necessariamente ammalati, star male, men che meno morire. La mamma ha trovato Giorgia senza vita nel letto, ma la sera precedente la piccola si era coricata con la vitalità di sempre, a parte la noiosa febbre che l’aveva colpita sin dal mattino alla scuola dell’infanzia parrocchiale poco distante da casa, a Puianello.
In buona sostanza, ancora non è dato sapere perché Giorgia sia morta. Forse per una complicanza influenzale. Il virus potrebbe aver evidenziato una debolezza d’organo latente, mai esplosa in disturbi preoccupanti.
Ma quale organo? «L’autopsia già effettuata – spiega Sergio Amarri, primario pediatra al Santa Maria Nuova – aiuterà a capire dove il virus si è infilato a far danni irreparabili: nei polmoni? nel cuore?
 

PER IL RESPONSO occorrerà presumibilmente tempo perché il solo esame degli organi di una bimba sana spesso non basta. Occorre attendere l’esito dei prelievi istologici sul cuore, sui polmoni, sulla milza e su altri organi e tessuti. Un tampone nasale che si rivela positivo al virus, sovente grazie a tecniche di alta sensibilità, rappresenta l’inizio di un accertamento che va approfondito con molta pazienza».
Amarri giovedì mattina ha seguito palpitando le febbrili manovre rianimatorie alle quali Giorgia è stata sottoposta al pronto soccorso e che proseguivano quelle tentate in casa. Tutto inutile.
La piccola si era spenta già nel sonno sognando forse di essere cullata per l’ultima volta dall’adorata mamma Angela.

 

Bruno Cancellieri