Reggio Emilia, 12 novembre 2013 - Preso a calci. Pugni in faccia, graffi. Mentre lui, l’autista di un autobus che ieri mattina doveva portare i ragazzi a scuola, incassava senza reagire le botte da parte di un gruppo di bulli, minorenni. Il tutto, solo perché aveva tentato di intervenire per sedare l’ennesima rissa: alcune ragazze stavano picchiando brutalmente un’altra ragazza sotto i suoi occhi.

Non è terzo mondo, ma il piazzale Europa, dietro la stazione di Reggio; centro di interscambio dei bus. Ogni mattina, ormai, si ripete sempre la stessa storia. La situazione, scandisce la Uil trasporti, è insostenibile. Fuori controllo. Lui, Sandro Bonacini, 47 anni, lavora per Betabus, una ditta che gestisce appalti per Seta.

Bonacini, che cosa è successo?
"Erano circa le 7,35 in piazzale Europa. Dietro il pullman su cui stavo per partire è scoppiata una rissa tra ragazze. Una di loro veniva presa per i capelli, la stavano picchiavano. Quindi sono sceso dal bus, ho gridato di smettere".

Ma non lo hanno fatto.
"No. Così ho minacciato di chiamare le forze dell’ordine. A quel punto è intervenuto un ragazzo e mi ha colpito con un pugno in faccia. Va bene, ho detto. Ora chiamo i carabinieri, così denunciano anche te; mentre lo tenevo per la maglia. Ma sono arrivati i suoi amici, lo incitavano a colpirmi".

L’hanno picchiata?
"Sì. Altri pugni, calci nel fianco. In quattro mi hanno spinto a terra. Nel momento in cui sono caduto, però, sono intervenuti alcuni miei colleghi e i ragazzi si sono dispersi. Li hanno allontanati e io mi sono rialzato".

Perché non ha reagito alle botte?
"Non potevo farci niente. Sono minorenni, non li puoi neanche toccare".

Poi che cosa ha fatto?
"Sono partito col pullman. Ho portato i ragazzi alla scuola Tricolore, a Canali. E, quando li ho fatti scendere, un gruppo si è fermato per chiedermi come stavo e per congratularsi con me per non aver reagito dopo essere stato preso a pugni. Almeno, mi viene da pensare che ragazzi sani ce ne siano ancora. Non è scontato... ".

Da quanto tempo fa questo mestiere?
"Sei anni. Da tre settimane soltanto, però, faccio le corse. Prima mi occupavo di turismo. E, in tre settimane, non è la prima volta che vedo risse. Ragazze, soprattutto che si picchiano nel piazzale".

E quelli che l’hanno aggredita sono studenti?
"Sono vestiti da studenti, ma stanno lì nel piazzale dalla mattina alla sera... Secondo lei studiano?"

Si è fatto male?
"Io ho un fisico molto robusto, non mi hanno lasciato neanche i lividi. Ho sempre fatto sport, sicurezza nei locali. Ma la mia preoccupazione non è tanto per quel che è successo a me. La mia vita non è in pericolo. Il punto è che loro spadroneggiano nella stazione delle corriere come se fosse il loro territorio. Molti colleghi mi hanno detto: devi imparare a lasciar stare. Quella è la cosa che mi ha fatto più male. E lo dicono per esperienza, perché sanno che non verrà fatto nulla".

Domani, tornerà al lavoro?
"Io non smetto di lavorare. Anzi, se vedrò un’altra rissa, di nuovo, farò in modo di chiamare le forze dell’ordine. Ma sinceramente vorrei vivere in un mondo civile. Non in un mondo dove i diverbi si regolano a pugni. Tra ragazzine poi... Una violenza di gruppo così non ha senso".

Benedetta Salsi