Reggio Emilia, 16 novembre 2013 - Reggio e provincia si mantengono a galla nel mare della crisi. Potrà suonare strano, ma è così. Lo dicono le dichiarazioni dei redditi e le medie Irpef relative al 2011. I comuni reggiani infatti restano stabili e in generale sulla stessa linea di cinque anni fa. Il numero dei poveri è aumentato e questo pare abbastanza scontato per la situazione economica in cui si è ritrovato il Paese negli ultimi anni.

Dai 2.961 contribuenti sotto la soglia dei mille euro ai 3.544 del 2011, con una differenza di ‘solo’ 30 persone rispetto al 2010. Un niente rispetto ad altre realtà regionali, specie le province romagnole dove addirittura Rimini ha visto triplicarsi i redditi minimi. Le fasce di reddito preminenti nella nostra provincia sono le medie, ovvero quelle che oscillano tra i 10mila e i 26mila.

Le sorprese arrivano facenda la conta dei ‘Paperoni’. La legge della proporzionalità inversa (se aumentano, anche di poco i poveri, i ricchi diminuiscono) viene smentita. Dal 2007 nella nostra provincia c’è stato addirittura un crescendo: dai 4.004 contribuenti che hanno dichiarato oltre 100mila euro ai 4.045 del 2010 fino ai 4.048 del 2011. Non significa però che in ogni comune ci sono più ricchi; perché dappertutto sono calati di poco, mentre la differenza la fanno alcuni comuni che hanno fatto segnare delle impennate. Albinea per esempio è la città più ricca con una media Irpef di 29.665 euro. E facendo un confronto col 2007, gli albinetani hanno dichiarato circa 20 milioni in più. Seguita da Bibbiano con 15, Scandiano a 12 e Montecchio a 10. Non mancano però anche le maglie nere. Ligonchio è risultato nel 2011 il comune più ‘povero’ con una media di 18.436 euro. Addirittura non c’è nessun residente che abbia dichiarato più di 100mila euro, ma questa è una peculiarità e difficoltà evidente di tutti i comuni del crinale (ce ne sono solo 4 a Busana). Sempre facendo raffronto dal 2011 a cinque anni fa, Cavriago ha dichiarato 20 milioni in meno, Luzzara 10 e Rio Saliceto circa 8. Lampanti invece le differenze in un anno. Dal 2010 al 2011 a Correggio sono stati dichiarati 14 milioni in meno, a Quattro Castella meno 10 e a Reggiolo - 7. Bilanciati dal segno più di Albinea (7). Cadelbosco e Casalgrande (entrambi +6) e Montecchio (5).

Il vero leit-motiv della classifica è la stabilità. A parte poche eccezioni, come abbiamo visto, i cali o gli aumenti sono lievi. Una situazione di equilibrio che si rispecchia anche nella classifica dei capoluoghi di regione. Reggio infatti si posiziona esattamente a metà, al quinto posto. Senza infamia e senza lode. Bologna è al primo posto con una media Irpef di 28.809 euro, seguita a ruota da Parma a 28.436 euro. Sul gradino più basso del podio c’è Modena con 26.977 euro. Poi a seguire ecco Piacenza con 26.394 e la nostra Reggio con 25.225 euro. Infine, altro aspetto significativo è che oltre il 50% dei comuni reggiani, ha dichiarato (in molti casi la differenza è risibile, in altri sorprendente) di più rispetto al 2007.
Segno che la lotta all’evasione fiscale sta dando i suoi frutti. E c’è chi addirittura prevede ancora più sorprese nei dati del 2012.

Daniele Petrone