Reggio Emilia, 18 novembre 2013 - IL TAR DI PARMA sospende la “caccia” alla volpe accogliendo il ricorso presentato dall’associazione Lega per l’abolizione della caccia e condannando la Provincia al pagamento delle spese processuali, pari a 1.800 euro.
L’associazione aveva impugnato la delibera di Giunta della Provincia di Reggio con cui era stata approvata la prosecuzione del piano di controllo delle specie volpe.Nell’udienza del 23 ottobre la Lac (insieme all'Associazione Vittime della caccia e ad Animal Liberation) si è opposta alle disposizioni approvate dalla Provincia in una serie di interventi per il controllo della specie “volpe” consistenti, in sintesi, nell’abbattimento a fucilate dei capi ritenuti in eccesso.
Nello specifico, l’associazione ha sostenuto che non vi fosse la dimostrazione della impossibilità di controllare la specie con i metodi ecologici da impiegarsi in via prioritaria. Inoltre l’altro motivo addotto nella presentazione del ricorso, è che la delibera fosse in contrasto con la legge , in quanto consentiva anche l’abbattimento con sparo da veicoli, «forma di intervento vietato dalla richiamata norma senza possibilità di deroghe».

LA PROVINCIA ha invece sostenuto la legittimità della sua delibera, portando a dimostrazione «analoghi interventi posti in essere fin dal 2003». Ma nel frattempo il regolamento sarebbe cambiato.
Il Tar ha accolto le ragioni dell’associazione Lac, sostenendo fra l’altro che «all’esame degli atti di causa emerge che, come già ritenuto in sede cautelare, né il provvedimento impugnato né il correlato parere dell’Ispra si soffermano in alcun modo sulla eventuale possibilità di utilizzare mezzi di controllo ecologici della specie considerata ovvero sulle ragioni della non praticabilità di detti mezzi alternativi».
In pratica per il Tribunale amministrativo, la Provincia non ha tenuto in considerazione i metodi alternativi, passando direttamente alle uccisioni con il fucile. La Provincia ora dovrà pagare anche le spese processuali di 1.800 euro.

Nina Reverberi