Reggio Emilia, 29 novembre 2013 - UN FUNERALE costato loro un avviso di garanzia per istigazione a delinquere in concorso.
Tre ex brigatisti e un giovane «no Tav» sono finiti nel mirino di Antonio Gustapane, pubblico ministero della Procura di Bologna che si occupa di eversione e terrorismo. Perché le esequie finite nel mirino della magistratura sono quelle di Prospero Gallinari, brigatista irriducibile condannato all’ergastolo per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro.

«L’ho saputo solo ieri - dice Tonino Loris Paroli, ex bierre, 70 anni, 16 di carcere - a quasi un anno dal funerale e solo perché mi è arrivata la comunicazione che il pm ha chiesto la proroga del termine delle indagini. E’ una cosa assurda, non ho fatto nulla di male. Ricordo che ho salutato Prospero mostrando il pugno e cantando l’Internazionale, ma mica possono processarmi per questo...». Paroli, in quel freddo pomeriggio del 19 gennaio 2013, disse pure due parole per ricordare l’amico, che fu salutato da un migliaio di persone, molte delle quali giovani. «Sì, ma ricordo di aver detto semplicemente che non eravamo terroristi e che mai avevamo fatto del male a innocenti. Una cosa del genere».

Sante Notarnicola, 75 anni, originario di Castellaneta di Taranto, da anni residente a Bologna (l'intervista), lesse invece una poesia. L’ex ergastolano della banda di Pietro Cavallero (poi vicino agli ex bierre) è stato avvertito dell’inchiesta mercoledì sera dal suo avvocato, Vainer Burani. «La sua reazione? - dice il legale - Si è messo a ridere. A ragione, perché è un’indagine che finirà in nulla. I funerali li ho organizzati io e ho fatto di tutto per non scatenare rogne. Tutto è filato liscio, non c’è stato nessun problema. Perché allora gli avvisi di garanzia? Non so dirlo, non abbiamo nessuna carta in mano. Ora mi farò dare il fascicolo per capirne di più. Di sicuro è per qualcosa che hanno detto. Il giovane (il reggiano Davide Mattioli, 29 anni) ha mostrato un cartellino ‘no Tav’ e ha letto qualche riga del libro di Prospero. Anche Salvatore (Ricciardi, 73 anni, romano, ex bierre della colonna, ndr) ha parlato, ma non ricordo nulla di particolare. Ricordo benissimo che nessuno inneggiò alle Brigate Rosse».

Di sicuro il funerale scatenò feroci polemiche, culimate con una lettera aperta firmata dall’ex sindaco Graziano Delrio e dalla presidente della Provincia, Sonia Masini. «Curcio, Scalzone e soci dovevano cantare Perdono. Hanno dato vita, invece, a un pericoloso passaggio di testimone politico dai vecchi brigatisti ai giovani no Tav e dei centri sociali». Ecco, probabilmente le indagini intendono appurare se effettivamente c’è stato questo «pericoloso passaggio».

Andrea Ligabue

 

Richiesta l'archiviazione

L'Ansa comunica che per i quattro indagati la Procura ha già chiesto l’archiviazione. La richiesta di proroga è stata solo un fatto tecnico, e per il fascicolo c’è già una richiesta di archiviazione.