Reggio Emilia, 24 maggio 2014 - Le sue foto 'intime' erano diffuse in tutta la scuola e la provincia, ma grazie all'intervento della polizia la vicenda si è conclusa con un lieto fine per una minorenne reggiana.

E' stata la madre della ragazzina a denunciare la possibilità che immagini ritraenti sua figlia in pose sconvenienti girassero tra gli studenti dell’istituto scolastico frequentato. Gli investigatori della Seconda sezione della Squadra mobile, incontrando la minore, hanno in seguito avuto modo di raccoglierne il disperato sfogo e la richiesta di aiuto: la ragazzina, appena adolescente, ha infatti confessato di essere finita in una “trappola” tesa con l’inganno dal suo fidanzatino, di qualche anno più grande. Infatti come “pegno d’amore” la minore aveva accettato la richiesta di inviare tramite WhatsApp alcune sue foto osé, che il ragazzo appena ricevute aveva inviato ad alcuni amici. 

 

Le indagini durate alcuni mesi, hanno permesso di porre in sequestro il materiale pedo-pornografico e di bloccarne la diffusione posto che nel frattempo le foto si erano sparse in modo incontrollato tra gli studenti non solo della provincia reggiana, ma anche in scuole superiori del nord e centro Italia. I protagonisti di questa storia sono tutti minorenni, perciò sono stati sentiti dagli investigatori sempre in modalità protetta, con l’ausilio di operatori specializzati e psicologi. Al termine delle indagini, il minore che per primo aveva diffuso le foto è stato deferito alla Procura della Repubblica per i Minorenni di Bologna.

Le indagini svolte rientrano nell’ambito dell’attività di contrasto svolta dalla Squadra mobile ai reati sessuali perpetrati in danno di minori, mediante un sistema di monitoraggio a “rete”, effettuato con l’ausilio degli insegnanti nelle scuole, delle strutture assistenziali del comune e specialisti Ausl. L’età delle vittime di pedofilia è sempre più basso ( tra 10 e 12 anni, dato statistico in scala nazionale). Questa Squadra mobile ha compiuto indagini su 9 casi in città durante l’anno 1013 mentre solo 2 nell’anno 2012 con un aumento del di oltre il 300%.
In netto aumento anche le indagini che riguardano il possesso di materiale pedo-pornografico soprattutto ai danni di minori di 16 anni; nel 2013 sono stati svolti accertamenti su 6 casi segnalati.