Reggio Emilia, 24 maggio 2014 - Come offerta il pane, il vino e i fiori che nascono dalla comunità La Collina. Oltre alle ciabatte blu con la bandiera brasiliana, a ricordo della sua opera di missionario nel Paese sudamericano. Ma anche il ricordo commosso di chi vedeva in lui un sacerdote dedito all'accoglienza degli ultimi, e per questo un maestro di vita. Era colma di persone stamattina la chiesa di San Giuseppe, dove gli amici di una vita, le persone che hanno vissuto l'esperienza della comunità di Codemondo, tanti sacerdoti e autorità hanno dato l'ultimo saluto a don Lorenzo Braglia (foto), che alle porte della città fece nascere quarant'anni fa una famiglia allargata che arrivò ad accogliere tanti tossicodipendenti, dando loro una speranza di rinascita.

A celebrare la cerimonia, in sostituzione dell'ex vescovo Massimo Camisasca - oggi fuori diocesi - il suo predecessore Adriano Caprioli. A ricordare il sacerdote reggiano don Luigi Ciotti, che ha concelebrato e tratteggiato alla fine della cerimonia un commosso ritratto di don Braglia: «Ha dimostrato che la diversità è il sale della vita, mai un'avversità». Tra i presenti anche Luciano Ligabue (foto), accompagnato dalla moglie Barbara Pozzo: ha stretto in un lungo abbraccio i parenti prima dell'inizio della celebrazione e poi ha seguito la cerimonia in fondo alla chiesa.

Il rocker, che aveva collaborato con don Braglia devolvendo il ricavato di concerti a progetti di assistenza legale gratuita per persone disagiate o di recupero per tossicodipendenti, ha voluto ricordare don Braglia su Facebook. "Ciao Don Braglia - ha scritto Ligabue sul social network -. Sei stato, sei e rimarrai un esempio vero di amore (non solo cristiano) e di compassione. La tua attenzione verso gli ultimi l'hai raccontata con i fatti ancora più che con le parole. Sono molte le lezioni che ci lasci. Mi mancherà tanto non poterci più parlare fisicamente. Cercheremo un altro modo. Ancora una volta ti abbraccio".

Alessandra Codeluppi