Brescello (Reggio Emilia), 30 giugno 2014 - Si è rischiata una tragedia, sabato sera verso le 22 in via Panizzi, in centro a Brescello. E ancora una volta alla base ci sono la crisi economica e lo stato di indigenza di una famiglia, costretta a far luce in casa con una lampada a gas da campeggio, in quanto nell’appartamento risultano staccati sia il gas sia l’energia elettrica. Tutto è accaduto quando il capofamiglia, il 49enne Andrea Bassi, del paese, ha notato un malfunzionamento della lampada.

«Ho cercato di avvitarla bene, pensando che non fosse ben stretta – ci ha raccontato dal letto del Centro ustioni del Maggiore di Parma, dove è ricoverato – ma all’improvviso si è sviluppata una vampata che mi ha raggiunto a braccia e gambe. Mi è sembrato che il fuoco mi sollevasse da terra. Sono stati momenti terribili».

E’ stata la moglie, di origine marocchina, a chiamare i soccorsi. Sono arrivati i volontari della Croce azzurra, il personale dell’automedica di Guastalla con i vigili del fuoco. Dopo le prime medicazioni, Bassi è stato caricato in ambulanza e portato al Maggiore di Parma dove oggi sarà operato.

Ha riportato ustioni fino al terzo grado, ma non risulta in pericolo di vita. I carabinieri di Boretto, intervenuti per gli accertamenti, hanno posto sotto sequestro la lampada per capire la natura dell’avaria. La moglie dell’infortunato è stata accompagnata in caserma per raccogliere la sua testimonianza su quanto accaduto.

Non ci sono dubbi che si è trattato di un infortunio del tutto accidentale. Intanto, è cominciata ad emergere la realtà in cui vivono Andrea e la moglie, in condizioni di disagio, senza luce e gas, pur trovandosi nel cuore del centro storico del celebre paese di Peppone e don Camillo. «Aiutano fin troppo le famiglie di stranieri extracomunitari e molto meno gli italiani caduti in disgrazia a causa della crisi», i principali commenti della gente accorsa in via Panizzi subito dopo l’infortunio.

Andrea Bassi è originario di Brescello. In passato ha abitato al casello ferroviario della stazione di Lentigione, dove la madre era impegnata come casellante. Poi, con la chiusura di queste strutture, la famiglia aveva traslocato. Da qualche tempo Andrea è tornato a Brescello. L’uomo lavora come autista: «Ma – dice – con la crisi non ho più un’attività fissa, ma lavori solamente a chiamata... Non riesco a pagare l’affitto e neppure le altre bollette. Per questo ho ricevuto lo sfratto e mi hanno tagliato gas e luce. Mi resta solo l’utenza dell’acqua, almeno per ora». Chiediamo: ha chiesto aiuto alle istituzioni? «Sì, ho provato a far capire che sono stato di bisogno. Ma – aggiunge, amaro – per coloro che hanno debiti per morosità, per mancati pagamenti dell’affitto, non viene fatto tanto…».

Antonio Lecci