Reggio Emilia, 23 aprile 2011 - PIÙ CHIARO di così, e tutti insieme, forse non l’avevano mai detto. Ma complice anche la campagna elettorale amministrativa a San Martino in Rio (anche se il volantino non ne fa riferimento), l’assessore provinciale all’ambiente Mirko Tutino e i sindaci di Reggio (Graziano Delrio), Correggio (Mirko Iotti) e appunto San Martino (Oreste Zurlini, che si è ricandidato), tutti esponenti del Pd, hanno sottoscritto un testo che sarà diffuso oggi in paese. «Abbiamo detto NO all’inceneritore in provincia di Reggio perché è inutile, costoso e superato: non si realizzerà!»

SOTTO il testo, le quattro firme. Ma il messaggio prosegue: «La Provincia e i Comuni del territorio stanno invece investendo sulla raccolta differenziata e domiciliare. A San Martino in Rio i risultati di questi interventi già si vedono: abbiamo elevato la domiciliare dal 37% al 57%. Chi sostiene il contrario dice cose false e pretestuose, semplicemente perché senza inceneritore non ha più alcuna ragione e argomenti per fare politica!»
 

«INUTILE e costoso» quindi un eventuale nuovo incenitore, rimasto per anni al centro dello scontro politico, ipotesi controversa nel Piano provinciale gestione rifiuti, con l’area Prato Gavassa che sembrava la destinazione finale dell’impianto. Ora il prossimo appuntamento dell’Ato (ambito territoriale ottimale) affronterà il 29 aprile proprio il tema dell’impiantistica Iren. Dall’incontro con i sindaci della provincia è attesa la riconferma della realizzazione dell’impianto di Tmb (Trattamento meccanico biologico) e il no definitivo all’inceneritore reggiano.
 

CHI STA costruendo il forno è invece Parma, dove però le proteste e le ragioni della politica sembrano rendere difficile la possibilità di smaltire rifiuti reggiani. Un vero controsenso, tra due province legate dalla partecipazione in Iren.
 

MOLTE azioni di questi anni erano del testo in contrapposizione con la realizzazione di un nuovo inceneritore reggiano. Dal porta a porta in alcune zone della città (progetto poi passato sugli ecopunti) al graduale passaggio verso una gestione non più solo provinciale dei rifiuti, fino all’apertura inedita della Provincia alla raccolta domiciliare.