Reggio Emilia, 19 maggio 2011 - Vietato esporre alle finestre le bandiere che invitano a votare 'sì' al referendum per l’acqua del 12 e 13 giugno. La vicenda ha preso il via a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dove quelle presenti sono state rimosse dalla Polizia municipale su indicazione del sindaco del Pd Raul Daoli, ma la battaglia sulla campagna referendaria ora si sposta nel Comune capoluogo. Il coordinatore provinciale del Pdl reggiano, Massimiliano Camurani, oggi ha infatti inviato alla Polizia municipale e alla Questura un esposto, segnalando nel documento “ripetute violazioni delle norme attinenti le affissioni elettorali referendarie, nello specifico la presenza di striscioni e bandiere, quindi di propaganda figurativa a carattere fisso fuori dagli appositi spazi previsti per la propaganda elettorale nei 30 giorni recedenti alle elezioni”.

Camurani chiede quindi di “ripristinare il corretto svolgimento della campagna elettorale in ottemperanza alle disposizioni di legge”, rimuovendo in sostanza gli striscioni e le bandiere. I vessilli referendari sono esposti, si precisa nel documento, in vetrine di pubblici esercizi, sindacati ed architetture storiche nella parte di via Roma attigua alla circonvallazione. Presenza di striscioni si rileva invece sulla circonvallazione stessa (tratto viale Timavo), su via Fratelli Manfredi (altezza liceo Moro), via Cisalpina (altezza tribunale) e via martiri della Bettola (nella casa cantoniera). In merito il consigliere comunale del Pdl Marco Eboli a ore depositera’ una interpellanza in piazza Prampolini.

La “guerra delle bandiere” è partita nel Comune della bassa reggiana dalla capogruppo comunale del Pdl Cristina Fantinati, che ha inviato alla polizia municipale la richiesta di fare rimuovere le bandiere pro-referendum dai balconi dei privati cittadini, forte di una norma del 1956 che regolamenta la comunicazione elettorale e prevede una multa fino a 1000 euro. Gli agenti, per evitare di essere denunciati per omissione, si sono dunque attivati nel rimuovere le bandiere. Sul caso scoppia subito la bagarre politica, con la coordinatrice provinciale dell’Idv Liana Barbati che commenta: “Censurare e addirittura chiedere ed ottenere che la polizia municipale ‘perda’ tempo per andare nelle case dei cittadini, per ordinare di togliere dai loro balconi le bandiere del 'sì' al referendum, è un atto che noi denunciamo come spreco di denaro pubblico che la consigliera del Pdl dove risarcire al Comune.

Ognuno è libero di manifestare il proprio pensiero appendendo qualsiasi cosa sul proprio balcone”. Oltre che dal punto di vista politico, prosegue Barbati, la decisione è irragionevole anche sotto il profilo giuridico in quanto, dice la coordinatrice, “nel 1995 la Corte costituzionale ha ritenuto irragionevole estendere anche alla propaganda referendaria i divieti relativi a quella elettorale nei trenta giorni antecedenti al voto”.

A questa sentenza si appellerebbe il sindaco di Novellara Daoli, che precisa: “Fino ad oggi non sono state elevate multe, ma i cittadini sono stati invitati a rimuovere le bandiere”. Da domani però l’intenzione dell’amministrazione sembrerebbe quella di inviare una circolare ai vigili che inviterebbe a consentire l’esposizione delle bandiere assumendosene tutta la responsabilità.