Reggio Emilia, 20 maggio 2011 - Dopo due giorni nell’occhio del ciclone a causa degli interventi della polizia municipale per rimuovere le bandiere del referendum sull’acqua dai balconi dei cittadini, il sindaco di Novellara, Raul Davoli del Pd, fa la sua mossa. E, forte di una sentenza della Corte costituzionale del 1995, invita gli agenti a “non perseguire i cittadini oltre il dovuto e a graduare le forze e gli interventi per garantire in primis la sicurezza dei cittadini ed i servizi istituzionali”.

Le bandiere dunque, nel paese della Bassa in provincia di Reggio Emilia, potranno restare esposte, in barba alla denuncia della capogruppo comunale del Pdl, Cristina Fantinati, che ha rispolverato una vecchia norma sulla pubblicità elettorale chiedendone per questo la rimozione. Il sindaco, nella circolare inviata ieri agli agenti, esprime in prima battuta “un vivo apprezzamento per l’atteggiamento finora tenuto dalla polizia municipale e teso ad invitare il privato a ‘togliere’ la bandiera o lo striscione esposto, senza procedere alla redazione di apposito verbale sanzionatorio della fattispecie, in ossequio a un vecchio brocardo “meglio prevenire che reprimere”.

In secondo luogo, con riferimento alla sentenza della Corte costituzionale, Daoli spiega: “La Corte ha affermato che nelle campagne referendarie le forme espressive della propaganda vengono, invero, in larga parte a coincidere con le forme proprie della pubblicità. Con la conseguenza che, per queste campagne, gli effetti delle limitazioni introdotte in materia pubblicitaria (nel caso di specie i tempi) possono risultare aggravati fino a ridurre al di là della ragionevolezza gli spazi informativi complessivamente consentiti ai soggetti interessati alla promozione o alla opposizione ai quesiti referendari”.

Per questo, decide il primo cittadino di Novellara, “al fine di garantire a ciascuno di manifestare liberamente il proprio pensiero, diritto costituzionalmente previsto, e di evitare strumentalizzazioni nonchè atti di persecuzione nei confronti dei cittadini, si invitano gli operatori della polizia municipale a valutare di volta in volta le segnalazioni pervenute e a discernere i casi in cui trattasi effettivamente di divieto di propaganda elettorale dai casi di semplice pubblicità, di manifestazione del proprio pensiero e come tale non perseguibile”. Visti, inoltre, “i numerosi compiti della polizia municipale - conclude il sindaco - si invita a non perseguire i cittadini oltre il dovuto e a graduare le forze e gli interventi per garantire in primis la sicurezza dei cittadini ed i servizi istituzionali”.