Reggio Emilia, 13 luglio 2012 - A SETTEMBRE dovrebbe essere inaugurata la ristrutturata ex scuola elementare di Pieve Saliceto di Gualtieri, già da tempo oggetto di un intervento edile che l’ha resa finalmente agibile. Una struttura, lungo via Pieve, che il Comune avrebbe voluto vendere. Ma per le sue caratteristiche estetiche e il valore storico, la Soprintendenza ha posto dei vincoli che, di fatto, hanno scoraggiato l’interessamento dei privati.

Così, l’edificio è rimasto del Comune, che negli anni lo ha fatto sistemare per accogliere salette d’uso pubblico, la sede Avis, una sala polivalente, fino agli spazi per il seggio elettorale per elezioni o di referendum. In vista dell’inaugurazione, il consigliere comunale Pdl, Giovanni Iotti, il quale ricopre anche il ruolo di consigliere dell’Unione dei comuni Bassa reggiana, lancia una proposta: «Intitolare quell’ex scuola a… Benito Mussolini».

Più che un’idea, un ordine del giorno che Iotti intende presenatare al prossimo consiglio comunale. Iotti la giustifica così: «Non intendo esaltare la figura del Mussolini capo del partito fascista. Intendo invece far ricordare la figura di Benito Mussolini insegnante nelle scuole elementari di questa nostra frazione. I vecchi del paese, figli e nipoti di coloro che furono suoi alunni, ne hanno sentito parlare come di un maestro severo, ma bravo e preparato. Inoltre, lui stesso venne a Pieve Saliceto negli anni Trenta, quando seppe dell’inaugurazione della nuova scuola elementare».


«NON dobbiamo dimenticare – aggiunge il consigliere Iotti – che Benito Mussolini, quando da giovane insegnante venne a Gualtieri, era già impegnato in politica, ma come socialista, tanto che venne subito nominato “capo sezione” del partito socialista. Il nostro comune, all’epoca, era stato il primo a essere conquistato da un governo socialista. La mia proposta non vuole essere affatto un’esaltazione del fascismo, ma più semplicemente un ricordo verso un maestro attivo e laborioso, pur se per un breve periodo, nella comunità locale di oltre cento anni fa».

Antonio Lecci