Reggio Emilia, 20 gennaio 2014 - L’AMMINISTRATORE delegato di Seta, Filippo Allegra, è stato iscritto sul registro degli indagati all’interno dell’inchiesta per la morte di Sylvester Agyemang, 14 anni, lo studente dello Scaruffi di origine ghanese che ha perso la vita il 13 gennaio in viale Piave mentre scendeva dall’autobus numero 2 che lo accompagnava a scuola. Si vuole capire, infatti, se ci sia una responsabilità da parte dell’azienda sulla mancanza di sicurezza che ha portato al decesso del ragazzino. Salgono così a tre, in tutto, le persone finite nel mirino della procura in questa dolorosa vicenda.

Assieme a lui, nel fascicolo per omicidio colposo, c’è infatti il nome dell’autista di 31 anni che si trovava alla guida del mezzo da cui è sceso Sylvester, prima di cadere sul ciglio della strada. Il conducente aveva proseguito la sua corsa, come se nulla fosse, fino alla fermata successiva. «Non mi sono accorto di niente», avrebbe detto agli agenti della polizia municipale che lo avevano raggiunto al deposito per indentificarlo. Non si sarebbe accorto, insomma, che alcuni ragazzini avevano aperto manualmente i portelloni posteriori dell’autobus che guidava (come tanti testimoni hanno dichiarato). Né che uno studente fosse rimasto impigliato con lo zainetto, per poi rovinare sull’asfalto e battere la testa, davanti agli occhi dei compagni.

Il terzo indagato è il secondo autista che lo seguiva a ruota. Ha proseguito pure lui, dopo l’incidente, per poi raggiungere il collega in viale Regina Elena per chiedergli — secondo le ricostruzioni — se non si fosse accorto che un ragazzo era caduto dal suo mezzo sulla circonvallazione. Risposta: no. Assieme poi, sono andati alla rimessa di Seta. Omicidio colposo (per il primo autista), dunque, e omissione di soccorso (per entrambi); questi i reati ipotizzati dal sostituto procuratore Stefania Pigozzi.
«Il primo autista è ripartito con la porta posteriore dell’autobus ancora aperta, era stata forzata da alcuni altri studenti con la maniglia di sicurezza. Sylvester ha cercato di scendere al volo, per ultimo. Il suo zainetto è rimasto impigliato nel maniglione e, nel tentativo di liberarsi (mentre il mezzo proseguiva la sua marcia) è caduto e ha battuto la testa». È questa la ricostruzione degli inquirenti.

Il mezzo, fin da subito, è stato posto sotto sequestro, così come lo zainetto del quattordicenne, la patente del primo autista e tutta la documentazione relativa alla manutenzione dell’autobus. Ora verranno scandagliati con attenzione dai tecnici tutti i sistemi di sicurezza, per capire come funzioni questa ‘maniglia’ accessibile a qualunque utente. In più, bisognerà capire se fossero in funzione, o meno, i segnali che avvertono il conducente dell’apertura delle portiere.

E per dare una risposta a tutti questi interrogativi è stato chiesto un incidente probatorio al giudice per le indagini preliminari Antonella Pini Bentivoglio per gli accertamenti sul bus. Ad avanzare la richiesta gli avvocati difensori degli indagati, Federica Bassissi e Alessandro Nizzoli (per gli autisti) e Marco Malavolta del foro di Modena (per l’ad di Seta). La famiglia di Sylvester, invece, è assistita dal legale Andrea Pellegrini. Ognuna delle parti nominerà un consulente tecnico per l’esame.

Benedetta Salsi