Reggio Emilia, 9 marzo 2012 - La bomba esplode a tre giorni dalla cerimonia di intitolazione dello stadio da Giglio a Reggio Emilia Città del Tricolore. «La denominazione Stadio Giglio non si tocca fino al 2 agosto 2044» - tuona la Newlat, il colosso lattiero caseario che da 10 anni ha acquisito le storiche Latterie Riunite. L’amministratore delegato Stefano Cometto, in una lunga lettera che riportiamo quasi integralmente, sostiene che nel contratto stipulato il 19 gennaio 1995 con la Mirabello 2000 di Franco Dal Cin, si legava il nome alla durata della convenzione tra la stessa società e il Comune di Reggio. Ovvero 50 anni, il periodo dopo il quale l’impianto tornerà al comune. La Newlat ce l’ha con l’assessore Mauro Del Bue, al quale rimprovera alcuni commenti (come il «nome abusivo da 7 anni»), chiede rettifiche e minaccia addirittura azioni legali e richieste di risarcimento. Un fulmine a ciel sereno, che non cambierà però i programmi. Del Bue, documenti alla mano, è convinto che la Newlat non possa vantare alcun diritto.
 

«Abusivo può essere un termine improprio e se lo ritengono offensivo posso ritirarlo - le parole dell’assessore - ma la sostanza è chiara. La Newlat ha pagato fino al 2005, perchè questi erano gli accordi. La durata del contratto era decennale. Da allora non ha più pagato un euro e come può pensare di fare lo sponsor gratis? Da due anni si parla di cambiare nome allo stadio, perchè saltano fuori all’ultimo momento? E poi c’è stato il fallimento della società, che mette il bene in una nuova veste, azzerando tutto. Non hanno ragione, punto».
 

Del Bue ha appreso la notizia in prima serata, mentre stava facendo jogging. Si è subito messo in contatto con l’avvocato del comune Santo Gnoni e con Luigi Mazzocchi, il commercialista granata, che ha riletto il contratto del 19 gennaio 95, al quale la Newlat fa riferimento. «Nella struttura del contratto - dice Mazzocchi - si parla sempre di durata decennale dalla data di inaugurazione (15 aprile 95, ndr)». Nella convenzione tra comune e Mirabello 2000 non sarebbe mai citata la durata di 50 anni della denominazione «stadio Giglio».
Anche per il presidente Barilli, uno dei destinatari della raccomandata della Newlat, l’intervento a gamba tesa dell’azienda di via Kennedy è stata una sorpresa. Le se argomentazioni sono comunque singolari.
«Abbiamo tolto l’insegna stadio Giglio -spiega Barilli -perchè aveva quattro dita di ruggine. Cadeva a pezzi. Il nome dello stadio verrà destinato allo sponsor, quando lo avremo. Non stiamo cambiando il nome, abbiamo fatto il restyling dell’impianto, l’abbiamo rimesso in ordine e vogliamo battezzare la nuova tribuna. Io sono sereno e tranquillo». Beh, a parlare di intitolazione è stata ovviamente anche la Reggiana, con tanto di conferenza stampa (lunedì scorso). Nessuno ha le visioni. In questa vicenda ingarbugliata, forse qualcuno è stato superficiale o ha dato tutto per scontato.
 

e.f.