Giovedì 18 Aprile 2024

Renzi da Hollande a Parigi. Poi il discorso alla Sorbona

Il premier è all'Eliseo dove è in corso un incontro. Dopodiché Renzi è stato alla Sorbona, l'università in cui era ricercatrice Valeria Solesin, l'italiana rimasta uccisa nell'attentato dei terroristi al Bataclan

L'abbraccio tra Renzi e Hollande davanti all'Eliseo (Afp)

L'abbraccio tra Renzi e Hollande davanti all'Eliseo (Afp)

Parigi, 26 novembre 2015 - Il tour di contatti diplomatici del presidente Hollande, all'indomani degli attentati di Parigi del 13 novembre, ha oggi per protagonista il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi. "L'Italia conferma i suoi impegni" ha detto il premier all'Eliseo dopo l'incontro con il leader francese: "Francia e Italia sono due nazioni sorelle - ha detto Renzi -. Mai come in questo momento abbiamo sentito una vicinanza profonda col popolo francese. Non solo per la nostra connazionale uccisa, Valeria. Abbiamo sentito il dolore di questa nazione come il nostro. Quasi come le nostre bandiere, divise da un solo colore, diventassero la stessa. E' bello sentier in questi giorni anche in italia tanti bambini cantare la marsigliese". Renzi ha garantito l'impegno italiano per l'obiettivo comune che è "la distruzione di Daesh", su diversi fronti: diplomatico, militare, culturale. "Siamo impegnati a livello militare in molti casi assieme alla Francia - ha aggiunto -: penso al Libano ma non solo al Libano, in tutti i settori nella coalizione contro Daesh, in Iraq e in Siria". Il premier ha ricordato l'impegno dell'Italia "nella coalizione in Afghanistan, nel Kossovo, in Africa dove è molto forte l'impegno dei nostri amici francesi e dove anche noi abbiamo alcuni interventi a partire dalla Somalia. Pensiamo però che ci sia necessità di uno sforzo sempre più inclusivo, di una coalizione sempre più ampia". Poi il premier ha rivolto un appello in vista del vertice che domenica prossima riunirà a Bruxelles i leader europei e la Turchia: "Deve portare a un accordo globale per la gestione dell'immigrazione". Infine, ha concluso Renzi, "l'Italia guarda con particolare interesse al processo di Vienna per la Siria e siamo interessati a che si allarghi alla Libia". Perché "è evidente che l'unico modo per fermare l'esodo non può essere che bloccare le guerre civili".

Da parte sua il presidente Hollande, dopo aver esordito con un ricordo di Valeria Solesin, - "una tragedia che unisce l'Italia e la Francia" - ha sottolineato "quanto sia comune il fatto che dobbiamo disporre di una strategia diplomatica ma anche avviare anche un'azione militare, azioni che ci devono far accertare che la sicurezza sia rispettata". Quanto alla Turchia "ne parleremo domenica al vertice Ue affrontando la questione dei migranti. Ci vuole un accordo con Ankara sulle frontiere e la sicurezza". Poi Francois Hollande ha accennato al suo incontro di oggi con Putin: "Servono passi avanti di fronte alla minaccia di Daech e del terrorismo internazionale. Non c'è nulla di peggio che non prendere le decisioni attese".

Dopo la conferenza stampa congiunta con Hollande, Renzi è giunto alla Sorbona, l'università in cui era ricercatrice Valeria Solesin, l'italiana rimasta uccisa nell'attentato dei terroristi al Bataclan. Quello di inserire un ateneo nel programma delle visite diplomatiche rappresenta una prassi ormai consolidata per il premier, che ha più volte ripetuto in queste settimane che la cultura è l'arma più importante contro il terrorismo

RENZI ALLA SORBONA - "Per gli italiani Parigi non è una città straniera, mai gli italiani in Francia si sono sentiti in terra straniera". Con queste parole il premier Matteo Renzi ha aperto il suo intervento alla Sorbona alla cerimonia di omaggio alle vittime degli attentati del 13 novembre. "Fra le vittime di Parigi - ha proseguito Renzi - c'era una ragazza italiana che incarnava lo spirito della generazione Erasmus: Valeria Solesin, 28 anni, dottorato alla Sorbona. Nata in Italia, cresciuta in Europa, Valeria è stata uccisa con decine di compagni di strada da assassini che non potevano accettare i suoi progetti, i suoi percorsi di vita. Dalla sua famiglia, abbiamo udito parole di rara bellezza". "Per sconfiggere il terrore bisogna vincere la paura: non deve farci perdere la nostra umanità, la nostra identità" ma "dobbiamo interrogarci sulle cause che hanno trasformato giovani europei in macellai contro gli altri e contro se stessi". "La reazione dei Governi agli attentati - ha proseguito - deve essere dura: tutti i Paesi dovranno mettere in comune risorse necessarie nel fronteggiare la minaccia al terrorismo. In ogni caso, la risposta può essere di sicurezza ma deve essere anche culturale, educativa". "Vi propongo - ha concluso - di assumere qui, tutti insieme, un impegno solenne: non rinunceremo mai ai nostri ideali, alla nostra identità, a vivere liberi". Appello conclusivo accolto dagli studenti con una standing ovation. Dopo aver terminato il suo discorso Renzi si è recato in aeroporto per lasciare la città.

La lotta al terrorismo e la cooperazione sono stati i temi al centro anche degli incontri che il presidente francese ha avuto ieri con Obama e Merkel. Durante il suo colloquio con Obama i due leader si sono trovati d'accordo sull'opportunità di non inviare militari in Siria, ma di intensificare i bombardamenti. Ieri sera, invece, nel corso della conferenza stampa al fianco di Merkel, Hollande ha chiesto alla Germania di fare di più nella lotta contro l'Isis, in Siria e in Iraq, ottenendo l'impegno da parte della cancelliera soprattutto in Mali, al fine di permettere alla Francia di dispiegare le sue forze su altri teatri fronti. Intanto il premier britannico David Cameron ha chiesto al Parlamento di autorizzare raid in Siria contro l'Isis.