{{IMG_SX}}Novafeltria, 23 marzo 2007 -  "Qui c’è gente che vuole fare i soldi sulle disgrazie altrui. Non capisco perché uno che non c’entra niente con questa storia si sia messo in testa di volere giustificare Liboni. Quell’uomo mi ha rovinato la vita".

 

Simona Cola è la moglie di Alessandro Giorgioni, il carabiniere massacrato dal 'lupo'. E’ una vedova arrabbiatissima. Con Calvagna e soci. Perché?

"Perché è un affronto. Ho saputo per caso, la scorsa estate, che iniziavano a girare questo film. Nessuno ci ha chiesto niente, né un parere né un’autorizzazione, che fra l’altro non avremmo mai dato".

 

La prima cosa che ha fatto?

"Abbiamo chiesto consiglio a un avvocato, ma gli autori del film hanno usato l’escamotage del ‘liberaramente ispirato’ alla storia di Luciano Liboni. Bella fregatura. Vedremo in seguito».

 

A proposito: lei andrà al cinema?

"Non so, non credo".

 

Noi abbiamo visto in anteprima 'Il lupo'. Di suo marito si parla appena; casomai si può discutere su come è stato rappresentato Liboni...

"Appunto. Liboni era un delinquente e basta. Non c’è neanche da discutere".

 

Mai pensato al perdono?

"No, neanche per sogno. L’unica cosa che mi rinfranca è che assieme a mio marito non ci sia più neppure lui. E glielo dice una donna che tutti i giorni ringrazia il Signore che mi ha dato e mi dà la forza di andare avanti".

 

Cosa la preoccupa di più di questo film?

"Mio figlio, Leonardo, ha 9 anni, speravo che questa storia non venisse più fuori. Mi hanno dato le medaglie, una me l’ha consegnata anche il presidente della Repubblica, ma mi chiedo: a cosa servono tutte queste medaglie se poi quando una mamma dice che questo film può creare disagio a suo figlio nessuno la ascolta?".

 

Quando ha detto a Leonardo che il papà era morto?

"Qualche ora dopo. All’inizio gli dissi: ha avuto un incidente. Ma ancora oggi Leonardo mi domanda: perché non mi hai raccontato subito la verità? E’ difficile con i bambini... Leonardo aveva una venerazione per il mio Ale".

 

Nella parte romanzata del film, il papà di Alessandro — interpretato da Enrico Montesano — fa la parte del giustiziere di suo figlio.

"Ci stanno facendo passare tante arrabbiature con questo film, gliel’ho detto. Basterebbe parlare con Palmas per capire qual è la verità".

 

Scusi, chi è Palmas?

"E’ il carabiniere che a Roma ha sparato e ucciso Liboni. Ha sofferto moltissimo".

 

Ha sofferto per chi?

"Ha sofferto perché ha ucciso un uomo, anche se quell’uomo si chiamava Luciano Liboni. Alla faccia di chi racconta che i carabinieri lo abbiano voluto giustiziare. Per tante notti Palmas non ha chiuso occhio. Mi risulta che il film capovolga tutto".

 

Uno slogan del 'Lupo' è: non un carnefice, non un martire, ma un uomo.

"Un uomo, certo. Ma se questo signore aveva dei problemi poteva ammazzarsi lui. Doveva proprio uccidere una persona di 36 anni, mio marito, che aveva per giunta un figlio di 6 anni?".