{{IMG_SX}}Rimini, 16 ottobre 2008 - I ‘contenitori’ (gli ospedali, gli ambulatori) finalmente ci sono, dopo "che la sanità riminese ha accusato per anni gravi ritardi". "Ora è tempo di migliorare i contenuti", lancia la sfida Marcello Tonini. E sarà questa la scommessa, per i prossimi 4 anni. Ha le idee chiare il 51enne direttore generale dell’Ausl, appena riconfermato fino al 2012 alla guida della sanità di Rimini. E non nasconde le criticità su cui intervenire: ancora troppo lunghi i tempi d’attesa al Pronto soccorso, e per esami diagnostici e visite specialistiche.

 

E c’è la necessità di migliorare l’assistenza per malati cronici e per coloro che hanno subito gravi interventi e terapie. "Non partiamo da zero. Tanto è stato fatto, la situazione è migliorata rispetto a 15 anni fa, quando le strutture e i servizi erano scarsi, e molti riminesi preferivano farsi curare altrove". Tonini passa in rassegna i principali obiettivi raggiunti negli ultimi 4 anni, in cui l’Ausl riminese ha speso (dal 2004 al 2008) per interventi strutturali 72 milioni di euro. Soldi serviti ad ammodernare i quattro ospedali di Rimini, Riccione, Cattolica e Santarcangelo.

 

"Penso in particolare al reparto d’urgenza di Riccione, ai lavori per il Pronto soccorso di Rimini". Lavori fatti nonostante l’Ausl abbia già avviato il cantiere del nuovo Dea (dipartimento di emergenza e accettazione). "Sarà l’impegno più importante del mio nuovo mandato. Sul nuovo dipartimento, che ospiterà il Pronto soccorso, le sale operatorie, la rianimazione e altri servizi, spenderemo 30 milioni di euro. Sarà un ospedale nell’ospedale: l’appalto che abbiamo affidato prevede un edificio a sette piani con possibilità di aggiungere altri due". "Il cantiere – prosegue Tonini – dovrebbe concludersi entro il 2010, nel 2011 sarà operativo".

 

Non meno importante, secondo il direttore generale, sarà il consolidamento dei servizi e della specialistica. "In questi anni abbiamo fatto grandi passi in avanti, completando ad esempio la radioterapia, e portando a Santarcangelo la Iort (l’apparecchiatura per la radioterapia intraoperatoria) e a Cattolica la chirurgia ortopedica della spalla. E abbiamo la nuova Tac multistrato, ottenuta grazie al sostegno dei riminesi". Senza dimenticare i fondi per la popolazione non autosufficiente (disabili, minori, anziani, etc..) passati dai 10 milioni del 2006 agli attuali 18. Obiettivi raggiunti «pur mantenendo il bilancio in positivo.

 

Ce l’abbiamo fatta razionalizzando le risorse, e diminuendo gli sprechi, soprattutto nella spesa farmaceutica. Ancora nel 2004 sborsavamo 56 milioni in farmaci forniti ai medici di base, e a Rimini la spesa pro capite era di 25 euro in più rispetto alla media regionale: ora siamo a 48 milioni". Ma resta ancora tanto da fare, per Tonini. "I tempi degli esami diagnostici e delle visite specialistiche sono ancora lunghi. Rimini non ha performance peggiori di altre Ausl (solo i tempi medi per oculistica e ortopedia sono sopra la media regionale), ma occorre intervenire. Per questo aumenteremo il numero degli specialisti. Al tempo stesso occorre che i medici facciano lavoro di squadra, si integrino e si parlino di più tra loro". Tonini assicura che "nella sanità riminese non esistono ‘baroni’, e i rapporti sono buoni con tutti".

 

Però l’accorciamento dei tempi d’attesa dipende anche dai medici: "Mi appello al loro senso di responsabilità". Un’altra difficoltà da superare è la scarsità di infermieri, "nonostante a Rimini ci sia il corso di laurea". Il direttore generale non risparmia una stoccata ai sindacati: "Li rispetto, quando si parla di migliorare i servizi ai malati siamo aperti a tutte le proposte. Altre questioni, soprattutto di natura politica, non mi interessano".