{{IMG_SX}}Rimini, 25 novembre 2008 - Professor Paolo Crepet, come si può giustificare un fatto del genere?
"Oggi la cultura è fatta di indifferenza, e questi ragazzi ne sono figli. Ma io più che a loro vorrei parlare ai genitori. E chiederei: che cosa pensate del mondo?". Hanno loro la colpa? "Dico che siamo tutti soverchiati di frasi fatte che parlano di cose, di valori: ho paura che la pensiamo però in maniera molto diversa su queste parole. Questi ragazzi sono cuccioli di gorilla". Un po’ animali..."Non voglio offendere i genitori, ma sembrano cresciuti nella giungla della grande paura".

 


Una paura che ci schiaccia? "Sì, ma non si sa di che cosa bisogna avere paura. Ci siamo affrettati in tempi non così lontani a temere questo e quello, ma non abbiamo mai capito quali fossero queste bestie di cui avremmo dovuto preoccuparci". Ragazzi sprezzanti, ma adesso li aspetta il carcere...

 


«Scommettiamo dove saranno questi ragazzi fra sei mesi? Non siamo più capaci di condannare e non sappiamo a cosa condannare. Io non sono per il carcere, io vorrei che questi qui passassero tutti i pomeriggi, un anno intero, in un reparto grandi ustionati". Un contrappasso dantesco...

 

"Se noi fossimo educatori, e purtroppo non lo siamo, questo vorremmo". Invece come finirà?
"Che fortunatamente il clochard si salverà, che le accuse diminuiranno, che l’uomo avrà un risarcimento e ci guadagnerà qualcosa da questa tragedia...". Male... Anche perché si tratta di ragazzi violenti, anche, e appartenenti a quelle che si chiamano buone famiglie...

 


"Che non sono dei disgraziati si capisce da quello che hanno fatto. Non se la sarebbero presa con un altro disgraziato; quando accade fra disgraziati possono volare coltellate, ma non cose del genere. Il cinismo e la capacità di fare del male in modo così sadico sono tipici di una certa borghesia". E quindi che cosa vede nel futuro di questi giovani? "Persone che non conoscono il rispetto per l’altro; un adulto così è il peggio del peggio".


 

Questo fatto perciò li seguirà tutta la vita?
"Qualsiasi lavoro faranno, in qualsiasi luogo andranno, questo tarlo sarà con loro. Il cinismo è dentro di loro, non è esploso quella sera". Spesso i genitori difendono questi ragazzi... "Un padre ha la strana tendenza a ritenere tutti gli sbagli che compie un figlio un po’ come propria colpa, e in fondo una ragazzata che di sicuro non rifaranno. Quando un genitore agisce partendo dai sensi di colpa è la fine: fallisce il suo compito di educatore".
Parlando ai giovani lei una volta disse: assumetevi la fatica delle idee, anche se le idee costano. Ma quanto?
"Costa difenderle dall’omologazione, difenderne l’autenticità, la portata creativa anche eversiva. Facciamo fatica perché non è premiata l’originalità di un’idea".

 


Come usciamo da questa spirale di violenza e di indifferenza?
"Confido nella crisi generale, ci può aiutare perché obbliga a pensare qualcosa di diverso. La crisi porta creatività come il benessere la uccide. Abbiamo in questo una possibilità importante". E come aiutiamo la creatività?
"Se abbiamo il coraggio di dire pane al pane e vino al vino. E a un mascalzone che lo è".