Blocca chi lo ricatta, nei guai per sequestro di persona

Rabbia di un commerciante: "Mi sento tradito da questo Stato"

Rogih Roumani, il cittadino denunciato a Rimini (Foto Bove)

Rogih Roumani, il cittadino denunciato a Rimini (Foto Bove)

Rimini, 15 novembre 2015 - Da vittima di un furto, per l’esattezza della bicicletta, a indagato, addirittura per sequestro di persona, per aver chiuso nel negozio dove lavora un tunisino che lo stava ricattando e minacciando: il tutto in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine.

E’ l’incredibile vicenda di cui è protagonista un commerciante di 28 anni, di origine egiziana, ma da anni residente nella nostra città, Rogih Roumani.

«Ho avuto solo il torto di aver seguito alla lettera le indicazioni che mi erano state dai carabinieri al momento della denuncia – dichiara sconsolato il giovane esercente –.Non mi sono fatto giustizia da solo, non ho alzato un dito su quell’uomo, ho chiamato la Polizia per essere dalla parte della legge. E come è finita? Sono stato denunciato. Per sequestro di persona. Sono senza parole. Intanto il soggetto che mi ha minacciato e ricattato per ridarmi la bicicletta che mi era stata rubata, è libero e tranquillo, mentre io devo affidarmi ad un avvocato per difendermi da questa accusa pazzesca».

Tutto aveva avuto inizio domenica.

«Dopo aver visto in tv Roma-Lazio, ero sceso a portare fuori il cane-spiega il giovane commerciante–quando ho notato che era sparita la mia bici da 1300 euro, frutto di grandi sacrifici. Ho così sparso la voce tra amici e conoscenti e sono andato a sporgere regolarmente denuncia dai carabinieri. Sono stati proprio loro a dirmi di chiarmarli nel caso qualcuno si fosse fatto vivo per rivendermi la mia bici e di bloccarli, in attesa del loro arrivo. E così ho fatto».

Mercoledì nel locale dove lavora Roumani si sono presentati in tre. Spiega infatti l’uomo: «I miei vicini mi avevano già avvertito che dei loschi individui avevano chiesto di me. Quando li ho visti, da lontano, ho capito subito che avevano a che fare con la mia bici. Uno è entrato e, con una siringa in mano, ha iniziato a dirmi che lui non mi aveva rubato la bici, ma che se la rivolevo indietro, dovevo dargli 70 euro. Ha iniziato ad inveire contro di me in arabo. Gli altri due stavano per entrare nel locale ed io ho chiuso la porta e fatto segno ai miei vicini dalla finestra, di chiamare le forze dell’ordine. Il ragazzo tunisino è rimasto dentro ed ha continuato a minacciare me e la mia famiglia. Quando è arrivata la Polizia, ha interrogato tutti, sentito i testimoni. Poi mi hanno consegnato un foglio dove c’è scritto che io sono denunciato per sequestro di persona. Il tunisino, invece, è libero di minacciare mia moglie. Mi sento tradito da questo Stato, io che ho sempre seguito alla lettera la legge».

Il suo avvocato, Alessandro Buzzoni, conclude: «Lavoreremo subito per chiudere questa assurda vicenda. Rogih è la vera vittima, si è attenuto a quanto gli era stato suggerito dalle forze dell’ordine. Bisogna stare vicino a chi si mette nelle mani della giustizia e non si fa giustizia da soli. Lui ha avuto fiducia nello Stato. E adesso si sente solo perchè si è comportato bene».