Silvia, la regina riminese del burlesque. "Vado in tournée a New York"

Silvia Capannini racconta la sua metamorfosi in Freaky Candy. Dallo scorso ottobre tiene corsi di formazione a ragazze e signore

Silvia Capannini nei panni di Freaky Candy

Silvia Capannini nei panni di Freaky Candy

Rimini, 26 gennaio 2016 -  L’illuminazione è arrivata in viaggio di nozze. «Ero sull’aereo per Bangkok e ho visto ‘Burlesque’ con Cristina Aguilera. Costumi, lustrini, pailettes. Mi ha colpito e ho capito che quella era la mia strada». Tornata a Rimini Silvia Capannini, romana trapiantata a Rimini per amore da 8 anni, ha iniziato a studiare l’arte della seduzione. Le sono bastati pochi anni per ‘trasformarsi’ da Silvia a Freaky Candy e girare l’Italia e il mondo con i suoi spettacoli.

 

Andiamo con ordine. Chi è Silvia?

«Ho 33 anni, sono nata a Roma e per amore vivo a Rimini da 8 anni. Ho studiato danza classica e orientale e lavoro in un ostello come receptionist».

E quando ‘nasce’ invece il suo personaggio Freaky Candy?

«Cinque anni fa, quando mi sono innamorata del magico mondo del burlesque. Due anni dopo ho vinto anche il titolo di ‘Miss Riccione Burlesque Festival’».

Difficile tenere separate le due vite?

«Non ho lasciato il mio vecchio lavoro, ma la mia carriera di perfomer negli ultimi mesi è stata in ascesa. Ho partecipato a importanti eventi in Italia e in Europa. A giugno dell’anno scorso ho debuttato a Chicago. E tra pochi giorni partirò per la mia tournée internazionale: prima tappa Ginevra e poi oltreoceano a Boston e New York».

Artista sul palco, ma anche insegnante per aspiranti Dita von Teese...

«Lo scorso ottobre ho iniziato l’avventura ‘Cuore e burlesque’. Propongo corsi di formazione per far crescere la sensibilità, la conoscenza e l’amore per il burlesque. Un percorso che porti finalmente le donne a riprendere consapevolezza di se stesse, del proprio corpo e della propria femminilità. Burlesque come strumento di crescita personale e riscoperta di se stesse. Per me il burlesque è stata come una terapia».

Si spieghi meglio.

«Ero un maschiaccio. Alle scarpe col tacco preferivo quelle da ginnastica. E da ragazza ho fatto fatica ad accettare il mio corpo.

Il burlesque le ha cambiato la vita.

«Mi ha fatto accrescere l’autostima. Ora sono fiera di quella che la natura mi ha dato. E questo cerco di insegnare alle donne che partecipano ai miei corsi».

Chi sono le riminesi che vengono da lei?

«Ci sono ragazze giovani e signore mature. Alcune vengono per riscoprire la propria femminilità, altre per superare un periodo buio con il partner».

E lei insegna a spogliarsi?

«In Italia c’è una visione sbagliata. Togliersi i vestiti è facile, il burlesque crea emozioni. La donna muove il suo corpo e comunica un’emozione. Serve grande ironia per farlo. Nel primo mese del corso non abbiamo fatto neanche uno spogliarello».

Le piace il suo ruolo di professoressa di seduzione?

«E’ un’esperienza molto bella vedere crescere le mie allieve, prendere sicurezza del loro corpo. Ma è uno scambio reciproco».

Suo marito ha sposato Silvia e ora ha trovato anche Freaky Candy. E’ contento della sua carriera?

«E’ il mio primo fan, mi supporta in tutta questa avventura e quando può segue anche le mie performance. Sono stata molto fortunata. Con mia madre invece è stata più difficile».

Immagina sua figlia nuda davanti a tanti uomini...

«In realtà non si rimane mai completamente nudi».

Situazioni imbarazzanti le sono capitate?

«Non faccio addii al celibato e cerco sempre di selezionare bene le mie apparizioni. Mi è capitato però qualche approccio strano sui social di uomini disperati. Mi spaventano. E li blocco».

Anche lei come Dita von Teese si esibisce nel maxi bicchiere di champagne?

«Sarebbe difficile portarsi dietro quel gigantesco bicchiere di Martini. E’ già impegnativo con gli abiti di scena. Ormai i vestiti di Freaky Candy hanno invaso l’armadio di Silvia».