Rimini, il presidente Grossi: "Tutti allo stadio per la promozione"

Domenica si potrebbe festeggiare il salto di categoria. "Già al lavoro per la D, è la vittoria del calcio sostenibile"

Giorgio Grassi, foto Petrangeli

Giorgio Grassi, foto Petrangeli

Rimini, 21 marzo 2017 - Un'impresa che si sta per compiere in soli otto mesi. Ma per Giorgio Grassi la vittoria del campionato del suo Rimini è solo un piccolo primo passo verso la rinascita all’interno di un grande progetto. Già domenica al ‘Romeo Neri’ nel derby con la Marignanese, quando ancora manca un mese abbondante al termine del campionato, i biancorossi potrebbero festeggiare il salto di categoria.

Grassi, se lo sarebbe aspettato?

«Fino a non molti mesi fa, circa a Natale, pensavo che sarebbe stato tutto complicato, che avremmo dovuto soffrire fino all’ultimo. Non ero ottimista, ho detto ai miei collaboratori di non trascurare nulla per vincere. E lo stiamo facendo con una grande squadra che, con il senno di poi, avrebbe fatto la sua figura anche in serie D».

Rimpianti?

«Quella della scorsa estate è stata la scelta giusta sia a livello economico che tecnico. Con il campionato di Eccellenza siamo andati su un terreno più sicuro. L’ho sempre detto: non farò mai il passo più lungo della gamba. Mica ci si può rovinare per il calcio lasciandosi attorno solo macerie...».

La politica dei piccoli passi funziona. I conti tornano?

«Il nostro bilancio è sotto gli occhi di tutti, per me la trasparenza non è una parola da utilizzare tanto per dire. Un campionato di questo livello costa sui 450mila euro. Una perdita a fine stagione ci sarà e dovremo saper limitare i danni con sponsorizzazioni e abbonamenti».

Nessun sostegno?

«Quest’anno soltanto Novamatic ci ha dato una grossa mano. Senza di loro il calcio a Rimini non sarebbe ripartito. Ma in generale la risposta degli imprenditori non è stata entusiasmante. Stiamo lavorando per un calcio radicalmente nuovo, sarò presuntuoso, ma penso che prima o poi qualcuno se ne accorgerà. I soldi spesi nello sport non sono spesi male e io da solo non ce la posso fare».

Progetti futuri?

«Per quel che riguarda la parte sportiva l’obiettivo è stato ormai raggiunto e questa è soltanto la fioritura della patata. Ma la patata per crescere lavora sotto terra e noi stiamo lavorando per i prossimi 30 anni verso la sostenibilità».

Serie D, stadio da ristrutturare, sponsor, collaborazioni. Tutto bello, ma anche facile da realizzare?

«In una categoria superiore i costi aumentano, ma non in maniera esagerata. Con 500/600mila euro si può fare un ottimo campionato. Tutto dipenderà dai giovani e stiamo già avviando collaborazioni importanti con società di serie A».

E il ‘Romeo Neri’?

«Questione cruciale. Siamo in contatto con l’amministrazione comunale quotidianamente. Tra una ventina di giorni dovrebbe uscire il bando per la gestione dell’area ristorazione. In tre mesi sono diverse le cose che si possono fare, dall’area da riservare ai bambini ai lavori per la facciata e per l’installazione dei nuovi seggiolini».

Per ora non resta che preparare la festa?

«Non ci penso, forse un po’ anche per scaramanzia o anche perché non mi rendo ancora bene conto di quello che sta succedendo. Mi auguro soltanto di vedere tanta gente alla stadio perché questi ragazzi lo meritano davvero».