Calcioscommesse, il magazziniere e il ‘boss’ tornano a casa

Concessi i domiciliari a quasi tutti gli indagati

Daniele Ciardi

Daniele Ciardi

Rimini, 23 maggio 2015 - Gli indigati nell’inchiesta sul calcioscommesse tornano a casa, chi agli arresti domiciliari chi libero. Tra i primi ci sono Fabio Di Lauro, indicato come il capo dell’organizzazione, che si è avvalso della facoltà di non rispondere; Mauro Ulizio, ex direttore generale del Bellaria, difeso da Davide Grassi; Massimo Cenni (avvocato Nicoletta Gagliani), considerato dagli inquirenti come uno degli autori di un feroce pestaggio ai danni di un debitore che però ha negato tutto; Daniele Ciardi, difeso da Luca Greco, il magazziniere del Santarcangelo Calcio, che secondo gli investigatori avrebbe arruolato i quattro giocatori della sua squadra per truccare le partire. Per lui, il gip di Venezia, la città dove è stato arrestato, non ha ravvisato però l’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, contestata invece dal pubblico ministero di Catanzaro, titolare della maxi inchiesta sulle partite truccate. Tutti sono stati messi agli arresti domiciliari aggravati, potranno cioè parlare solo con i familiari e il difensore.

Liberi invece, Erikson Aruci e Ala Timosenco, con il solo obbligo di firmare in questura quattro volte la settimana. Il primo, difeso dall’avvocato Tiziana Casali, è accusato solo di frode sportiva, nonostante sia considerato uno degli uomini di fiducia di Di Lauro, incaricato di trovare i finanziatori stranieri che foraggessero le combine. La seconda è invece l’interprete di Di Lauro, quella che faceva da ‘ponte’ con gli slavi. Sentito ieri anche il calciatore Marco Guidone, arrestato a Monza. Il giovane ha risposto alle domande del giudice, dichiarandosi non un colpevole ma una vittima. Il suo avvocato ha chiesto la scarcerazione.