Telecamere-detective e supertecnologia: le rapine in banca non vanno più di moda

Rischi troppo alti per i malviventi: gli assalti alle filiali riminesi sono passati da 19 a 4 in un anno

Le videoriprese di una rapinaIl sindacalista Stefano Manzi

Le videoriprese di una rapinaIl sindacalista Stefano Manzi

Rimini, 23 maggio 2015 - È L’INCUBO ricorrente di chiunque lavori in banca: vedere entrare dalla porta girevole un rapinatore a volto coperto e armato di pistola. Ma negli ultimi tempi, a dire il vero, i i sonni degli impiegati degli sportelli riminesi sono un po’ più tranquilli.

A dirlo sono i dati raccolti da First Cisl, il sindacato del settore finanziario. Dati che parlano di una diminuzione netta del numero di rapine ai danni delle banche: solamente 4 quelle registrate in provincia di Rimini nel 2014, contro le 19 dell’anno precedente. Dall’inizio del 2015, i carabinieri della compagnia di Rimini si sono occupati solamente 3 volte di esercizi commerciali rapinati: cifra decisamente in calo rispetto allo stesso periodo 2014.

Un trend positivo che riguarda anche le restanti provincie emiliano romagnole, dove complessivamente gli assalti alle filiali hanno visto un decremento del 37%. Merito delle forze dell’ordine, ma anche dei nuovi sistemi di videosorveglianza sempre più sofisticati.

«La tecnologia al giorno d’oggi svolge un ruolo fondamentale nella lotta alle bande criminali – spiega Stefano Manzi, portavoce di First Cisl per la zona di Rimini –. Il gioco, per i rapinatori, non vale più la candela, visto che la disponibilità di denaro contante in quasi tutte le filiali è sempre più limitata. A questo fattore si aggiunge l’utilizzo di cassaforti a tempo e, soprattutto, di sistemi di sicurezza ormai sempre più evoluti. Come il cosìddetto ‘bio-digit’, un impianto che permette di isolare le impronte digitali lasciate dai malviventi sul pulsante di apertura delle porte di sicurezza.

Ci sono poi i nuovi impianti di videsorveglianza ad alta definizione che, tramite un software in dotazione alle forze dell’ordine, consentono il riconoscimento dei tratti somatici dei rapinatori, i quali possono essere smascherati facilmente. Esistono poi alcune telecamere ‘intelligenti’, in grado di capire se il volto di chi sta per entrare in banca è coperto da cappelli, passamontagna o altre forme di camuffamento. Queste telecamere sono collegate direttamente alle porte di sicurezza e, in caso di pericolo, sono in grado di bloccare l’apertura. Simili tecnologie sono sempre più diffuse all’interno delle filiali, e anche nel riminese si sta incominciando a sperimentarle».

Per Manzi è però importante che i responsabili dei vari sportelli continuino a tenere la guardia alta. «Le rapine sono in calo, è vero, ma questo non significa essere in una botte di ferro. Le aziende non possono smettere di compiere investimenti sul fronte della sicurezza e della prevenzione, così come non si può rinunciare ai corsi di formazione per il personale bancario. Conoscere la procedura da adottare in caso di rapina è fondamentale» conclude Manzi.