CASO GUERRINA / Padre Gratien alla Messa seduto tra i banchi. In carcere fa da interprete allo scafista dei cristiani uccisi

Anche se non è sospeso a divinis non ha chiesto di concelebrare. Ha avuto il kit da barba che aveva chiesto. E' nella sua cella a due, prega con il breviario e guarda la Tv

Padre Gratien

Padre Gratien

Arezzo, 27 aprile 2015 - Padre Graziano, arrestato per l'omicidio di Guerrina Piscaglia, ha seguito la Messa seduto tra i banchi della chiesetta interna del carcere. A fianco alcuni dei detenuti con cui ha legato di più. Non ha chiesto di concelebrare, anche se non è sospeso a divinis. Ma da  mesi non celebra in pubblico: tanto che c'è il dubbio che l'indicazione gli sia arrivata dai superiori del suo ordine, sorta di prudente consiglio in questa fase decisamente delicata.

Carcere nel quale si è creato lo strano asse con un altro personaggio al centro della cronaca. Il frate e lo scafista. Il frate premostratense, arrivato dal Congo e arrestato per l'omicidio di Guerrina, e lo scafista senegale che era sul barcone dei cristiani uccisi e che è andato a farsi arrestare a Foiano. Due Afriche che si vanno a incrociare nelle celle strette del carcere di San Benedetto.

Il frate e lo scafista hanno la cella uno di fronte all'altro ma poi durante la giornata stanno insieme, come capita con gli altri detenuti di questo piccolo braccio di otto persone. E il senegalese, arrivato da un'Africa che si affaccia sull'Oceano, ha problemi di lingua: Graziano lo aiuta con il suo francese, lo aiuta forse anche a leggere gli atti che lo riguardano sul piano dell'accusa.

Una collaborazione anomala, come lo è qualsiasi incrocio all'interno di un carcere. Lì dove Graziano è arrivato alla sua quarta notte. Lì, in una cella a due, un letto a castello, il bagno, un tavolino. Durante il giorno recita la preghiera delle ore, a quello serve il breviario il cui rispetto gli è dovuto come sacerdote e religioso, e guarda la televisione. Ma in carcere di canali se ne vedono pochini e spesso quelli sbagliati. E quindi non è detto che si sorbisca le trasmissioni che parlano di lui e del delitto orrendo del quale è accusato.

Ora ha un golf pesante blu con il quale ha parato il freddo che aveva sofferto la prima notte. C'è il fornellino per cucinarer qualcosa anche se il grosso del pasto arriva dalla mensa. Insieme al piccolo gruppo di detenuti ha mangiato una crostata, dolce del quale è molto goloso.

E ha chiesto il kit da barba: schiuma e pennello in testa. Vuole presentarsi a posto per l'interrogatorio di garanzia di oggi e ha già avuto tutto. Dopo aver seguto attentamente la Messa: al centro la parabola del buon pastore, una di quelle che mettono al centro proprio la missione dei sacerdoti e dei religiosi. E chissà che riflessioni gli avrà scatenato.