CASO GUERRINA / Interrogatorio di garanzia: padre Graziano decide di non rispondere

"Padre Gratien Alabi "aveva ampiamente collaborato ad agosto e settembre, poi su consiglio mio, tutte le volte su consiglio mio, si è avvalso della facoltà di non rispondere né di rilasciare dichiarazioni spontanee" / LE IMMAGINI DELL'ARRIVO IN CARCERE / FRATE ARRESTATO NEL CONVENTO A ROMA / VESCOVO: HO INCONTRATO LA FAMIGLIA DI MIRCO / LA FAMIGLIA DI MIRCO: SGOMENTI PER IL CAPO DI IMPUTAZIONE

Ponticelli in carcere

Ponticelli in carcere

Arezzo, 27 aprile 2015 - Come pronosticato padre Gratien Alabi è rimasto in silenzio davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia. Quel giudice che ha incontrato già varie volte e che ha firmato l'ordine di arresto che gli ha cambiato la vita. Padre Gratien Alabi "aveva ampiamente collaborato ad agosto e settembre, poi su consiglio mio, tutte le volte su consiglio mio, si è avvalso della facoltà di non rispondere né di rilasciare dichiarazioni spontanee." Lo ha precisato l'avvocato Luca Fanfani, difensore del sacerdote congolese. "E' fiducioso che il tribunale del Riesame possa dargli ragione", ha aggiunto Dopo l'interrogatorio il Pm Dioni e il Gip Ponticelli sono usciti velocemente dalla porta secondaria del carcere sottraendosi alle domande e ai flash dei giornalisti assiepati per strada.

L'avvocato Luca Fanfani ha detto di star preparando il ricorso al Riesame, che "dovrebbe pronunciarasi a meta' maggio". Per il legale, "Padre Gratien e' ora accusato di omicidio, e non piu' di semplice favoreggiamento, ma sulla base degli stessi elementi noti da mesi agli stessi inquirenti".

Proprio l'avvocato del padre nei giorni scorsi aveva anticipato il fatto che Gratien si sarebbe, con molta probabilità, avvalso della facoltà di non rispondere, pur proclamandosi innocente. 

Secondo il Gip Piergiorgio Ponticelli, ha ucciso Guerrina all'aperto, l'ha nascosta in qualche modo nel boschetto vicino, lungo la Marecchiese, per poi farla sparire meglio nei quattro mesi successivi. Chi? Padre Graziano, naturalmente, almeno in base alla ricostruzione della Procura. Un delitto avvenuto tra le 13.46, ora dell'ultimo sms, e le 15.34, momento in cui il frate incrocia Loretta, una delle testimoni di questa storia. Meno di un'ora, un tempo brevissimo. E' lo scenario profilato dalle carte, l'ordinanza che ha portato all'arresto di padre Graziano. Come anticipato la Procura è convinta che il frate abbia fatto tutto da solo e che si sia trattato di un delitto d'impeto, quindi non premeditato, scattato dal movente dell'eventuale scandalo legato alla relazione con Guerrina e all'atteggiamento ossessivo che la donna avrebbe avuto nei suoi confronti.

Ma non basta: per il giudice c'è anche rischio di reiterazione del reato, cioè che Padre Graziano possa uccidere ancora. Uno scenario che Ponticelli ricava da un episodio avvenuto a Perugia a fine anno, quando il frate imbastì una breve relazione con una prostituta rumena, Cristina, cui si presentò come professore. Ma lei lo riconobbe nelle foto pubblicate dai giornali sul caso Guerrina e gliene chiese conto. Lui disse che non c'entrava poi, dinanzi alle insistenze, le sibilò: attenta che ti metto in lista. Secondo il Gip è una larvata minaccia, di qui il rischio di reiterazione del reato.

E la mancanza del corpo? La risposta secondio Gip sta nel tempo trascorso, undici mesi e 24 giornii. A ottobre, quando  firmò il divieto di espatrio, si poteva ancora pensare a una Guerrina viva che ricompare o anche a un sequestro di persona, persino un delitto, di cui Padre Graziano fosse un semplice favoreggiatore. Ma a sei mesi di distanza il silenzio di lei fa ritenere che Guerrina sia morta. Il frate, dunque, diventa non un depistatore per conto terzi ma uno che confonde le acque pro domo sua.

Per il religioso, già indagato per favoreggiamento in sequestro di persona nell'inchiesta sulla scomparsa di Guerrina Piscaglia, la cinquantenne letteralmente sparita da Ca Raffaello  e di cui non si hanno più tracce da un anno, adesso l'accusa è di omicidio volontario e di occultamento o soppressione di cadavere.

Il gip del tribunale di Arezzo Piergiorgio Ponticelli ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il religioso congolese di 45 anni. La svolta è maturata nel penultimo giorno utile per l'ordinanza dal momento che il 25 aprile scadeva il divieto di espatrio, imposto al frate sei mesi fa su richiesta della procura di Arezzo.

I carabinieri si sono presentati al portone del convento dei Premostratensi in viale Giotto a Roma, all'Aventino, e hanno notificato al frate il provvedimento del giudice. Padre Gratien Alabi è poi salito sull'auto dei militari dell'Arma: destinazione la caserma dei carabinieri dove si sono svolte le procedure di rito prima dell'arrivo ad Arezzo, previsto per la tarda serata.

La richiesta firmata dal gip Ponticelli era stata formulata dal procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi e dal pm Marco Dioni il 23 febbraio. "Ritenendo - dice una nota ufficiale dei carabinieri - sussistenti le esigenze cautelari, il pericolo di fuga dell’indagato e di inquinamento probatorio, in relazione alla notevole gravita’ dei fatti-reato per cui si procede, all’esito delle complessive risultanze dell’attivita’ investigativa, coordinata dalla Procura e sviluppata ininterrottamente dal nucleo operativo e radiomobile dei Carabinieri di Arezzo, delegato allo svolgimento delle indagini, congiuntamente alle stazioni di Badia Tedalda e Sestino".

Alla base del provvedimento ci sarebbero gli indizi raccolti nei confronti del frate soprattutto dalla quasi certezza che fosse nella sua disponibilità il cellulare di Guerrina Piscaglia nel giorno della scomparsa della donna, avvenuta il primo maggio 2014: dal cellulare della donna partì un sms all'indirizzo di un religioso amico di Gratien che la donna non conosceva. Padre Gratien è apparso sereno al momento dell'arresto.

FONTANA L'arcivescovo Riccardo Fontana, dopo aver espresso in una nota, «la sua personale vicinanza umana e sacerdotale alla famiglia della signora Piscaglia», ribadisce che padre Gratien Alabi dal 13 luglio 2014 «non è più incaricato di alcun servizio pastorale nella Diocesi di Arezzo» e che, essendo un religioso dell'Ordine dei Canonici Premostratensi, «non dipende e non dipese mai dalla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, se non per il servizio liturgico e pastorale nei pochi mesi in cui fu viceparroco". "Su padre Gratien vediamo che è stato arrestato per reati molto gravi e ci affidiamo completamente alla magistratura perché faccia chiarezza su questa vicenda"

L'ARRIVO IN CARCERE L'arrivo di Graziano davanti al carcere è stato in una piccola selva di flash dei fotografi e telecamere. Graziano è uscito quasi a fatica dall'auto, sgranchendosi le gambe dopo il viaggio, sia pur a tappe, avendo fatto tappa nella caserma dei carabinieri di Arezzo prima di arrivare al carcere, in via Garibaldi. 

Gli hanno aperto la porta quella di ingresso, non quella laterale che consente il passaggio automatico delle macchine: e così è sceso tra i flash e le riprese. Sguardo alto, a parte qualche secondo, come è abituato in tutta la sua vicenda Intorno alla vicenda si sono accesi i riflettori di tutte le televisioni nazionali, che seguono in diretta gli sviluppi del caso e aspettano in particolare l'arrivo di Graziano al carcere di Arezzo.