Multa per essere andato a prostitute, rischia il divorzio per un errore di persona

Il Comune ha fatto una verifica: aveva sbagliato il computer

Una prostituta mentre concorda la prestazione

GERMOGLI PH: FIRENZE DEGRADO MERCATO DEL SESSO PROSTITUZIONE PROSTITUTE DONNE FACILI LUCCIOLE NELLA FOTO VIALE GUIDONI.

Rimini, 20 luglio 2014 - Un errore del computer può costarti il matrimonio. Oltre che la reputazione. E’ il caso di un professionista riminese, al quale per errore è arrivata una super multa per avere ‘contrattato’ in strada la prestazione con una prostituta. Prima che dal Comune arrivasse la conferma di uno scambio di persona, e relative scuse, in famiglia si è scatenato un pandemonio da raccontare ai nipoti. 

E’ due giorni fa che al riminese, 54 anni, arriva a casa un bollettino comunale con una multa da pagare per 1.009,5 euro. All’uomo si rizzano i capelli in testa, e in un batter d’occhio convoca figliolanza e moglie a suon di urli. C’è da scovare un colpevole, dice, chi ha beccato quella tegola in testa parli immediatamente. Chi ha preso la macchina? Dove è stato? Cosa ha combinato? Gli altri lo guardano come se fosse matto, e giurano sul Vangelo che non hanno fatto niente. Lui non ci crede, e mette in piedi un'indagine che fa un buco nell’acqua. 

Alla fine, ormai furibondo e senza lo straccio di un indizio, fa l’ultimo tentativo: chiama l’Ufficio contravvenzioni del Comune. Qui gli rispondono senza mezzi termini che è stato proprio lui a prendere la multa, quando quella sera d’ottobre del 2011 ha abbordato una lucciola intralciando il traffico. La polizia municipale l’ha pizzicato, e adesso deve pagare. Lui sbianca e attacca a protestare: "Non sono stato io, nel caso me lo ricorderei...". La voce è talmente disperata che dall’altra parte si inteneriscono: "Va bene, facciamo un controllo e le facciamo sapere tra un po’".

Nel frattempo però da accusatore si è trasformato in colpevole. "Babbo, cosa hai fatto?" mormora allibita una delle figlie che lo guarda come se le fosse caduto un mito.  Niente in confronto alla moglie che in un secondo si trasforma in una virago che minaccia puntanto il dito: "Se è vero chiedo subito il divorzio". Il poveretto è inebetito, stavolta tocca a lui giurare di essere innocente, ma per quanto supplichi, la ‘tribù' lo guarda come se fosse un marziano. A interrompere il dramma è il suono del telefono. Lui va a rispondere con il cuore in gola. E’ il Comune, la cui operatrice gli comunica serafica: "E’ stato un errore del computer, scusi, butti via tutto". E chiude la comunicazione ignara di aver salvato un uomo sull’orlo dell’abisso. "Me la sono vista brutta — dice ridendo (adesso) il professionista — sarebbe stato il colmo, quello si è divertito e io pagavo il conto...".