Cocoricò, ipotesi evasione fiscale da 10 milioni

Nel mirino della Finanza i bilanci delle società di gestione. De Meis: “Non mi è stato notificato nulla”

Fabrizio De Meis è anche presidente del Rimini Calcio (foto Bove)

Fabrizio De Meis è anche presidente del Rimini Calcio (foto Bove)

Rimini, 3 agosto 2015 - Evasione fiscale di oltre 10 milioni di euro attraverso le gestioni del Cocoricò di Riccione, la discoteca chiusa dal questore di Rimini in base al Tulps.

Sull’ipotesi di un’evasione fiscale milionaria sta lavorando la Guardia di Finanza di Rimini che un paio di mesi fa ha concluso una verifica fiscale sulle gestioni della nota discoteca. Almeno due dei passati amministratori sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati dal sostituto procuratore di Rimini Luca Bertuzzi.

Al vaglio dei finanzieri i bilanci delle società di gestione che a partire 2010-2011 fino a tutto il 2013 avrebbero sempre chiuso in perdita a fronte di un reddito imponibile, quindi di soldi entrati nelle casse delle gestioni, che superano i 10 milioni di euro. Come risulta da pubbliche e semplici visure camerali, dal 2010 le società che hanno preso in affitto la gestione del Cocoricò sono diverse: dal Gruppo Cocoricò spa, si passa alla Enco srl, poi alla Perplex srl, alla Piramide srl, e via dicendo fino ad arrivare all’attuale «Mani Avanti» srl alla quale domenica mattina all’alba è stato notificato il provvedimento di sospensione.

Fabrizio De Meis, il patron della discoteca e anche presidente del Rimini calcio, non è indagato ma sarebbe stato solo sentito come persona informata sui fatti. De Meis è amministratore unico del Gruppo Cocoricò solo dal 22 gennaio di quest’anno. Risulterebbe invece indagato Marco Palazzi, amministratore della società Piramide srl, che nel 2012 riceve in subaffitto d’azienda dal Gruppo Cocoricò, la gestione del locale. Gli accertamenti fiscali, come poi precisato dal legale del gruppo, Alessandro Catrani, riguardano la Piramide srl, partono dal 2012, mentre il 2014 resta fuori perché il bilancio non è stato ancora approvato.

L’anno sotto la lente di ingrandimento sarebbe il 2013. Palazzi poi risulta anche amministratore e socio all’1% della società «Titilla Beach», società nata all’inizio del 2015, che gestisce un locale sulla spiaggia di Riccione, mentre la quota di maggioranza il 99% è del Gruppo Cocoricò, società a sua volta divisa in due tra DBH srl 66,76 % (della qualesocio al 100% è De Meis) e Elmar srl 33,24% (amministratore Palazzi, mentre i soci sono due uno dei quali un sammarinese). Nell’ultima società che gestisce il Cocoricò, Mani Avanti srl, le quote societarie sono divise tra 4 soci, tra cui Palazzi e De Meis, e al momento non sarebbe interessata dall’indagine penale.

Il commento di Meis. “A me non e’ stato notificato nulla”. Cosi’ risponde Fabrizio De Meis a chi gli chiede, in conferenza stampa a Roma per commentare la chiusura del Cocoricò dopo la morte del 16enne Lamberto Lucaccioni, di eventuali contestazioni della Guardia di finanza in relazione alla gestione del locale. “Se ci sono problemi fiscali - aggiunge il portavoce Luigi Crespi - ci sono in ogni caso luoghi e circostanze dove i titolari si devono difendere. La finanza faccia le indagini e gli approfondimenti. Ma questa e’ un’altra vicenda”, dice Crespi riferendosi alla sospensione dell’attivita’ per quattro mesi disposta dal Questore. Nessuna attinenza neppure con il Rimini calcio. “In questa vicenda non c’entra nulla”, risponde seccamente De Meis.