Giovedì 25 Aprile 2024

Così vicini, così lontani

Rimini, 25 gennaio 2015 - Abbiamo visto tutte le foto delle ultime vacanze dei nostri amici. Condiviso l’ennesimo video di un tenero gattino che abbraccia un orsacchiotto. Commentato lo sproloquio sui massimi sistemi del nostro ex compagno di classe. Abbiamo adocchiato il cambio di stato d’animo di tutti quelli che conosciamo. Siamo vicini, spesso anche troppo. Sappiamo vita e miracoli di tutti. Ma della morte? Quella resta ancora troppo reale per superare le barriere invalicabili dei rapporti umani al tempo dei social network. Troppo presi dalle chat, dai ‘mi piace’, dai cinguettii e da WhatsApp per vedere la vita vera. E così in un pomeriggio di gennaio ci si accorge che i nostri di vicini di casa sono morti da quasi due mesi. Sophie, la madre Adriana e il patrigno Alvaro inghiottiti in un buco nero in cui nessuno ha voluto entrare. Troppo reale scomodarsi dalle nostre case e arrivare fino alla villetta di Misano. Più facile inviare un messaggino o aprire una chat . Tutto senza risposte. Così come le lettere spedite dalla scuola della ragazza: buste rimaste in fondo alla buchetta. Eravamo troppo presi a scambiarci gli auguri di Natale per chiederci perché da quell’appartamento chiuso arrivasse uno strano odore. Quello dai nostri smartphone e tablet non si sente. Nessuno ha avuto il coraggio di disconnettersi ed entrare nel mondo reale. Ci sono voluti più di 50 giorni prima di abbattere la porta di quella casa e il muro dell’indifferenza. Adesso possiamo convicerci che non li vedevamo spesso, al massimo scambiavamo solo un «buongiorno» e un «buonasera». E dirci che nessuno se lo aspettava che sparissero così senza dire nulla. In silenzio. Senza nemmeno aggiornare il profilo di Facebook.