Venerdì 19 Aprile 2024

Guido Mattioli, il conte che ha messo le ali a Rimini

Esce in libreria il volume di Alessandro Catrani dedica al celebre riminese che ha cambiato il volto della città: tra le sue opere anche lo scalo di Miramare

guido mattioli

guido mattioli

Rimini, 23 novembre 2014 - Il libro esce nei giorni forse più bui dell’intera storia dell’aeroporto di Rimini, che mai era stato costretto a chiudere i battenti. Allo stesso tempo, mai come in questo momento è importante ricordare l’uomo lui che ha permesso alla Riviera di spiegare le ali e avere un proprio scalo.

Si perché anche Rimini ha avuto il suo barone rampante. Anzi, un conte: Guido Mattioli Belmonte Cima. "Il conte che amava volare" è il titolo scelto da Alessandro Catrani per il suo nuovo volume, tutto incentrato sulla figura di Mattioli. Avvocato con la grande passione per la storia riminese, in questa sua terza fatica letteraria Catrani firma un ritratto assolutamente inedito di Mattioli, corredato da tantissime foto, in parte provenienti dalla stessa famiglia Mattioli, in parte dalla collezione dell’autore.

Il volume ripercorre l’intera vita di Mattioli, che fu un eroe decorato nella Prima guerra mondiale, un provetto pilota, e anche podestà di Rimini, negli anni tra il 1933 e il 1939. Fu proprio Mattioli a inaugurare nel 1938 l’aeroporto di Rimini. «Alla cerimonia – ricorda Catrani – parteciparono tutte le principali autorità locali. Non fu presente invece Benito Mussolini, ma il Duce era venuto a Rimini nei mesi precedenti per vedere l’avanzamento dei valori». Nel libro Catrani dedica spazio anche a un gustoso aneddoto sulla scelta del nome dell’aeroporto riminese, che all’epoca fu intitolato a Giannetto Vassura.

«Ci fu una vera e proprio querelle all’epoca. I riminesi volevano dedicare lo scalo al pilota Ivo Oliveti, ma Italo Balbo aveva promesso al fratello di Vassura che avrebbe intitolato a Giannetto il primo aeroporto che sarebbe stato realizzato in Romagna. E così è stato». Il libro sarà presentato domenica 30 novembre (alle 15), presso la Sala del Giudizio del Museo della città.