Rimini, 30 gennaio 2010 - Non hanno abbastanza soldi per pulire aule e bagni. Ma in alcuni casi le scuole riminesi non ha più nemmeno le risorse sufficienti per garantire le supplenze. Il motivo? E’ sempre quello: con i minori fondi dal ministero dell’Istruzione, alcuni istituti, che si sono già fortemente indebitati per anticipare nei mesi scorsi i soldi per le supplenze, non hanno più i soldi per sostituire gli insegnanti in malattia. E capita, anzi è già successo in alcune scuole elementari, che i presidi siano stati costretti ad affidare la classe senza insegnanti ai bidelli, o a separare gli alunni e distribuirli nelle altre classi.

"E temo che siamo solo all’inizio - mastica amarco Giancarlo Fabbri, direttore del sesto circolo didattico e coordinatore dei presidi e dirigenti scolastici di tutto il Riminese - Perché, anche se non è ancora ufficiale, per l’anno prossimo gli organici saranno ulteriormente ridotti, sia per quanto riguarda i docenti sia per i bidelli". Questo significa che, in caso di emergenza, per le scuole sarà sempre difficile sostituire l’insegnante assente con altri docenti interni. "E che le scuole, prima di pagare un supplente, ci pensano sopra due volte".

Maria Grazia Drudi, la direttrice del quinto circolo didattico di Rimini (che comprende la Toti, la Lambruschini, la Montessori e le scuole di Corpolò e Santa Cristina), ammette: "Stiamo facendo i salti mortali per ovviare al taglio dei fondi per le supplenze. Non ci possiamo permettere un raffreddore o un’influenza, perché sennò sono guai…". I conti sono presto fatti. "Dal ministero abbiamo avuto, per le supplenze, un contributo complessivo di 53mila euro. Bene: il nostro circolo ha 5 scuole, e in media spendiamo per le supplenze 10mila euro al mese. Con i soldi che ci ha dato lo Stato, con cui dovremmo tirare avanti fino a dicembre, noi arriveremo sì o no a giugno!".

Ecco perché i supplenti non si chiamano più, a meno che non sia proprio necessario. "Si affidano le classi agli insegnanti di sostegno, se ci sono ‘buchi’ di una o due ore a volte è successo di aver messo in classe un bidello, per garantire almeno la sorveglianza dei bambini".

Nel secondo circolo didattico di Santarcangelo, che comprende quasi tutte le scuole delle frazioni, la situazione a volte è ancora più difficile. "Ci è già accaduto, e saremo costretti probabilmente a rifarlo di nuovo, di ‘smembrare’ una classe rimasta senza insegnante, e distribuire i bambini nelle altre classi. Questo non dovrebbe mai succdere, lo sappiamo bene - osserva Santa Zenobi, direttrice di circolo - ma in certe situazioni non possiamo fare meglio".

Con tutti i disagi del caso, anche dal punto di vista didattico: mettere alcuni bambini di seconda elementare in una terza o in una quarta non aiuta certo l’apprendimento. "Vorremo fare qualche supplenza in più, ma il ministero a noi ha tolto anche il fondo di funzionamento (quello per le spese di prima necessità, compreso l’acquisto di prodotti per l’igiene). Questo significa non poter contare su 6-7mila euro che ci avrebbero fatto comodo…". Nelle scuole del secondo circolo, tra l’altro, non solo scarseggiano i soldi per le supplenze (come in tante altre scuole riminesi), ma anche per le stesse pulizie.

"Per fortuna noi facciamo le pulizie con i nostri bidelli - spiega la Zenobi - ma non è facile tenere puliti bagni e aule senza avere i soldi per comprare il materiale necessario". Senza scope, spazzoloni e secchi, nemmeno il bidello più volenteroso può fare miracoli.