Rimini, 8 aprile 2010 - E’ stato presentato questa mattina il progetto di ricostruzione del teatro “Amintore Galli”. L'amministrazione comunale, così come previsto nelle linee programmatiche  ha stabilito infatti di procedere alla ricostruzione del teatro secondo il progetto di restituzione filologica e tipologica redatto nel 2004 (cosiddetto progetto Garzillo-Azzolini) dalla Soprintendenza Regionale per i Beni e le attività culturali dell’Emilia-Romagna (oggi Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici).

Il Comune ha avviato un lavoro di verifica della documentazione progettuale ricevuta per valutare la conformità a leggi, regolamenti, normative e regole tecniche. Il gruppo di progettazione, composto da funzionari tecnici di riconosciuta professionalità e da un consulente esterno di chiara fama per gli aspetti acustici - si legge in una nota - ha affrontato con grande rispetto il progetto redatto dalla Soprintendenza, che conserva il ruolo di progetto generale".

"I tecnici hanno analizzato il progetto esistente e individuato soluzioni progettuali integrative e migliorative al fine di offrire la più idonea risposta alle esigenze funzionali dell’attività teatrale, ferma restando la generale impostazione fondata sulla ricostruzione del teatro secondo il progetto polettiano - aggiunge il Comune -. Le scelte effettuate sono state inoltre finalizzate all’adeguamento dell'originario progetto alle norme costruttive e di sicurezza nel frattempo sopravvenute, in modo da assicurare il rispetto del quadro normativo che regola l'appalto di opere pubbliche e garantire l’esecuzione dei lavori da parte di imprese qualificate e specializzate in interventi di questo tipo".

Il progetto elaborato dal gruppo di progettazione interno garantirà la restituzione di un teatro storico con sala all’italiana. Viene assicurato il rispetto dei limiti della sagoma dell’edificio distrutto, del vincolo sulla piazza e sul castello, dei vincoli archeologici, dei caratteri distributivi dei prospetti storici.

Il capitolo costi verrà sviscerato nel corso della seduta del consiglio comunale. Rispetto a cinque anni fa, i costi sono aumentati (solo per i materiali ci si ritrova al piu’ 25-30%): si passa da 18 milioni di euro a un massimo di 29,7 milioni. Per l’appalto se ne vanno circa 23 milioni e 100 mila euro, il resto è accantonato come vuole la legge.  Tra i vari capitoli di finanziamento (i contributi Por-Fesr 2007-2013 per il restauro del foyer sono di 4,8 milioni di euro) tiene banco la quota dei privati, con la Fondazione Carim che ne copre una decina. Ma dopo le dimissioni del presidente della Fondazione, questi contributi non sono a rischio? Il sindaco ha pesato le parole: “Il ragionamento è già aperto ma non anticipo le decisioni altrui. Il momento è storico, credo che tutti rifletteranno. Del contributo privato abbiamo bisogno”.

Sui costi di gestione del futuro Galli, il primo cittadino non si sbilancia e invita ad una “riflessione generale sui contenitori culturali della citta’”. Il teatro ricostruito sostituirà completamente il Novelli, che a sua volta, e non è una novità, potrà essere venduto. Per il resto, sul piano auditorium già nei piani della Fondazione Carim “i tempi non sono maturi per vederlo realizzato nel breve periodo”, ha detto Ravaioli, che invece ha confermato come il teatro degli Atti e l’ex Astoria (quest’ultimo nel piano triennale delle opere pubbliche con 300 mila euro) rientrino “nei programmi”. 

 

LE CARATTERISTICHE FUNZIONALI

Per garantire la funzionalità della macchina teatrale secondo le moderne esigenze, i tecnici del Comune di Rimini hanno condotto studi e raffronti con i progetti di ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia e del Petruzzelli di Bari, definendo così i servizi necessari al teatro della città di Rimini.

Rispetto a quanto previsto nel progetto redatto dalla Soprintendenza è stata rilevata l’esigenza di aumentare gli spazi per depositi, camerini, locali di servizio, locali tecnici per gli impianti elettrici e meccanici; migliorare la logistica e la movimentazione dei materiali durante le fasi di allestimento e disallestimento, con forte riduzione dei tempi di lavoro; isolare acusticamente le centrali tecnologiche.

La soluzione individuata è intervenire nella parte di struttura destinata a palcoscenico, realizzando oltre al sottolivello di palcoscenico già previsto progettualmente, anche altri due livelli. Si ottengono così altri 1000 metri quadri circa di locali a disposizione delle attività per il miglioramento funzionale del teatro.

Due locali ad uso guardaroba in posizione simmetrica, nelle immediate vicinanze delle aperture laterali, porteranno a privilegiare l’accesso alla sala lungo i lati del muro di chiusura, permettendo così di poter utilizzare, nel rispetto delle condizioni di sicurezza, l’apertura centrale come sala regia con la collocazione di mixer o altra tecnologia per la gestione degli spettacoli.

LA MACCHINA DI SCENA

Nessun innalzamento per la torre scenica: sarà mantenuto il volume originale del progetto polettiano grazie ad una struttura portante lignea della copertura e a una macchina di scena di dimensioni variate rispetto a quella proposta dal progetto della Soprintendenza Regionale.

IL SIPARIO

Il progetto della Soprintendenza Regionale non trattava l’arlecchino e i vari sipari, da quelli principali di scena a quello acustico fino a quello tagliafuoco di sicurezza.

I tecnici del Comune hanno curato in modo particolare questi aspetti per valutare in modo puntuale la realizzazione di tutti i sipari richiesti per la funzionalità e la sicurezza del teatro (anche alla luce delle non trascurabili dimensioni del boccascena previsto dal Poletti), la loro collocazione, la loro movimentazione orizzontale e verticale con la loro scomparsa dalla vista degli spettatori durante lo spettacolo.

Particolare attenzione è stata posta al sipario storico, che sarà recuperato per la sua importanza. La corretta collocazione in altezza del graticcio di lavoro per il sollevamento delle scene e il rispetto del cosiddetto “tiro in prima” consentiranno di nascondere completamente le scene alla vista del pubblico quando non necessarie nel corso dello spettacolo.

LA FOSSA DELL’ORCHESTRA

Il teatro pensato dal progetto della Soprintendenza Regionale prevedeva una fossa dell’orchestra di 63 metri quadri, che avrebbe permesso di contenere circa 48 musicisti, compreso il direttore d'orchestra. Per garantire la programmazione di spettacoli con la presenza di una orchestra sinfonica si richiede spazio per almeno 80 musicisti.

Il gruppo di progettazione ha perciò progettato piattaforme mobili per ottenere le tre configurazioni possibili di orchestra: 48-80-100 musicisti. Le piattaforme potranno elevarsi sino a quota scenica e costituire cosi una scena centrale, con spettatori anche sul palcoscenico. Una soluzione particolarmente adatta, ad esempio, al teatro sperimentale.

 LA SALA, I PALCHI E IL LOGGIONE

Il gruppo di progettazione ha condotto una verifica attenta e puntuale, studiando le dimensioni e la geometria reali della sala che si otterranno impostando la sua realizzazione sulla base di quanto desunto dal rilievo strumentale dello stato di fatto, dall’applicazione dei criteri antincendio e dalla verifica della curva di visibilità. La soluzione prevede: 276 posti in platea; 276 nei palchi; 132 nel loggione. In totale 684 posti a cui aggiungere i 72 del golfo mistico, per un complessivo di 756 posti. La configurazione della sala predisposta garantisce la gestione economica e la remuneratività del teatro.

 L’ACUSTICA

Il gruppo di progettazione ha affrontato mediante analisi, studi e valutazioni specialistiche le problematiche dell’acustica per arrivare a definire il progetto acustico del teatro, non predisposto dal progetto della Soprintendenza Regionale per i beni e le attività culturali dell’Emilia Romagna. Consulente esterno per gli aspetti acustici è l’ingegnere Lamberto Tronchin, docente all’Università di Bologna, che svolge attività di ricerca in acustica architettonica, acustica musicale, auralizzazione 3D, percezione sonora, energetica degli edifici, oltre ad attività di progettazione acustica in numerosi edifici, teatri ed auditoria con architetti di fama internazionale, tra cui Richard Meier e Paolo Portoghesi.

I REPERTI

L’area di intervento è già stata indagata per individuare natura e posizione dei reperti archeologici. I tecnici del Comune di Rimini propongono di mantenere inalterata la quota di imposta delle fondazioni previste dal progetto strutturale nella parte di struttura dedicata alla sala, in coerenza con il progetto della Soprintendenza Regionale.

Le operazioni di scavo vengono proposte nella parte di struttura dedicata al palcoscenico dove viene ricavato il volume da destinare alla dotazione di servizi. Per evitare di utilizzare per i diaframmi i tiranti che si innestano in strati di terreno in cui potrebbero essere alloggiati dei resti di importanza storico-archeologica non ancora investigati, i tecnici del Comune di Rimini propongono l’utilizzo di una tecnologia più avanzata, chiamata Top-Down. Essa consente di realizzare i solai dei vani interrati, completi di micropali per la loro stabilità, mano a mano che il fronte di scavo raggiunge le quote di imposta dei solai previste nel progetto finale.

Una volta realizzati i diaframmi si potrà procedere con lo scavo, utilizzando mezzi di dimensioni ridotte, fin alla quota del primo solaio interrato. Dai dati in possesso del Gruppo di Progettazione del Comune di Rimini tutti i reperti archeologici rilevati si dovrebbero trovare in questo strato di terreno, per cui contestualmente alla prima fase di scavo verrà proposto il loro recupero. Da questa quota, attraverso indagini georadar e tomografiche, potrà essere indagato il terreno fino alla quota di fondo scavo del successivo solaio completo di micropali, per verificare l’eventuale presenza di reperti archeologici non ancora rilevati, che potranno essere rimossi con approfondimenti locali dello scavo.

Una volta terminata la realizzazione dei vani interrati, i reperti archeologici potranno essere riportati nella loro collocazione originaria al primo livello interrato, per essere eventualmente oggetto di esposizione.

L’ITER

Il 9 marzo 2010 la Giunta comunale ha approvato il progetto preliminare che viene oggi presentato al Consiglio comunale.

Al termine del confronto la Direzione Regionale, le Soprintendenze e il Comune di Rimini hanno convenuto che la ricostruzione del Teatro Amintore Galli, secondo il progetto di restauro e restituzione integrale, filologica e tipologica della Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali dell'Emilia Romagna integrato e modificato per recepire le esigenze del Comune di Rimini, può acquisire i pareri, prescrizioni e nulla osta previsti per legge e necessari per la realizzazione dei lavori.

Una volta ricevuto dal Ministero ai Beni Culturali il parere favorevole sulle intenzioni dell’Amministrazione comunale di dotare il Teatro “Amintore Galli” di quei servizi, di quelle scelte tecniche e di quelle tecnologie non previste nel progetto di restauro e di restituzione integrale, filologica e tipologica della sala e del palcoscenico del teatro predisposto dai progettisti per conto della Soprintendenza Regionale, si procederà con il gruppo di progettazione alla redazione del successivo livello definitivo del progetto per poter indire la Conferenza di Servizi.

Terminata questa fase, il gruppo di progettazione procederà alla predisposizione degli elaborati e della documentazione del livello esecutivo del progetto. Recepite tutte le prescrizioni raccolte, il progetto verrà posto a base di gara per la scelta del soggetto a cui affidare la progettazione esecutiva e la esecuzione della ricostruzione del teatro.