Rimini, 28 aprile 2010 - LA BOMBA, quella vera, è brillata intorno alle 12,20, in una cava dalle parti di Novafeltria. Ma sulle strade riminesi la situazione era già scoppiata quattro ore prima...

TRAFFICO in tilt ieri mattina a Rimini, a causa delle operazioni per lo rimozione dell’ordigno bellico (una bomba d’aereo americana) rinvenuto l’1 aprile scorso in via Poerio, nel corso dei lavori al nuovo sottopasso ferroviario.

Nonostante gli oltre trenta agenti della polizia municipale, sistemati ai principali incroci e lungo le strade comprese nella ‘zona rossa’, per un paio di ore Rimini si è ritrovata letteralmente paralizzata. Non poteva essere altrimenti, con le vie Lagomaggio, Regina Elena, Cagnacci, Praga, Giani, Pascoli e delle Officine chiuse al traffico fin dalle 8 del mattino, così come il lungomare, vietato alle auto fino praticamente a piazza Marvelli.


OLTRE al traffico, per il Comune ieri è stata soprattutto un’impresa riuscire a ‘sfollare’ i 5mila residenti che abitano nella zona interessata dal ritrovamento dell’ordigno. La maggior parte delle persone, alle 8, era già fuori di casa. Ma prima di dare il via alle operazioni di rimozione della bomba, un ordigno di fabbricazione americana del peso di 230 kg, i vigili urbani e i volontari della Protezione civile e della Croce rossa hanno dovuto fare la spola tra la chiesa Regina Pacis, dov’era stato allestito il centro di accoglienza, e le case di molti residenti anziani, rimasti a casa nonostante gli avvisi dei giorni scorsi.

Un’ottantina, alla fine, i riminesi portati nelle sale della parrocchia di via Rovetta (in gran parte anziani), mentre 11 sono stati ricoverati temporaneamente in ospedale. L’evacuazione, che toccava al Comune, è stata completata in ritardo, e solo verso le 8,45 gli uomini dell’ottavo Reggimento genio guastatori Folgore di Legnago (ormai di casa a Rimini, per tutte le bombe che hanno fatto brillare in questi anni) hanno potuto iniziare a lavorare all’ordigno per metterlo in sicurezza e togliere le spolette, prima di portarlo a Pieatracura per farlo esplodere. Poco dopo le 9,30 le strade sono state finalmente riaperte alle auto e i bus (e i treni hanno ricominciato a circolare), ma via Flaminia, il lungomare e altre strade sono rimaste congestionate quasi fino alle 10.


«QUESTA è una zona piena di bombe, ci rivedremo molto presto...», ha annunciato al termine delle operazioni il capitano del reggimento della Folgore, Alfredo Rubeo. Già l’8 maggio, quando ci sarà da rimuovere e far brillare due bombe di 500 libbre ritrovate a San Patrignano.