Rimini, 26 luglio 2010 - Quei libri di bridge che legge papà hanno qualcosa di speciale. Giovanni non ci pensa su tanto, li legge dalla prima all’ultima riga, poi li rilegge "tanto da consumarli", racconta il padre Daniele. E da impararli a memoria così bene che a 11 anni Giovanni Donati è campione italiano under 26, titolo conquistato nei giorni scorsi a Grosseto giocando in coppia con Matteo Montanari, bolognese e... veterano: lui è arrivato al limite della categoria e ha voluto 'regalarsi' questa soddisfazione con il suo giovane amico.

Giovanni quando ha iniziato la sua avventura al tavolo da gioco aveva appena otto anni e un talento che non sapeva di avere. E forse non lo sa ancora. "Non è difficile il bridge - racconta quasi sorpreso di tanto interesse -, è solo una questione di memoria. Non ci sono bambini della mia età che giocano, io, però, mi diverto anche con i grandi". Perché Giovanni i 'grandi' al tavolo li mette tutti sotto, come ha dimostrato la medaglia d’oro, che sfoggia con vanto, conquistata a Grosseto.

"Perché mi piace il bridge? - si chiede il campioncino - Non lo so, ma quei libri erano interessanti da leggere". Poi si scava nella storia della famiglia Donati e tutto diventa un po’ più chiaro.

Il nonno di Giovanni giocava a bridge in Egitto durante gli anni di prigionia passati al Cairo, un gioco che aveva imparato dagli inglesi, e si faceva bello con i figli parlando di questa cosa difficile da fare e, di conseguenza, così inarrivabile. "Forse per quello - racconta Daniele, il papà di Giovanni - un giorno, incappando in un manifesto che invitava a partecipare a un corso, ho deciso di cimentarmi. Era la voglia di imitare mio padre, confrontarmi con lui".

E così ha fatto anche Giovanni, già considerato un vero e proprio enfant prodige del panorama nazionale bridgistico e coccolato da tutti all’interno dell’associazione Rimini Bridge della quale, assieme al papà, fa parte. In coppia con Matteo, il bolognese, Giovanni, a un anno di distanza dalla medaglia d’argento guadagnata a Riccione, ha stupito tutti gli avversari più navigati. La strana coppia" Giovannino (come lo chiamano tutti) e Matteo, si unisce battendo tutti.

"Si erano conosciuti nel 2009 a Riccione. Giovanni - racconto Daniele Donati - era alla sua prima esperienza e i maestri della Federazione ne individuarono le doti straordinarie tanto da inserirlo in una squadra di altri quattro navigati campioni. Con loro conquistò una clamorosa medaglia d’argento". La gara a squadre si gioca in cinque e uno a turno riposa, ma Giovanni fu 'costretto' a giocare sempre, tanto era il divertimento di vederlo al tavolo. "Tutti si chiedevano dove sarebbe arrivato, lui che non riusciva neanche a tenere 13 carte aperte in mano".

Matteo promise a Giovannino che il suo ultimo torneo juniores, appunto quello di Grosseto, l’avrebbero disputato insieme. Promessa mantenuta e oro conquistato. Poi si torna a casa e le sfide continuano in famiglia. "Nessun altro dei miei quattro figli gioca a bridge - dice papà Daniele -, nemmeno il gemello di Giovanni. Noi due ci sediamo al tavolo di casa e giochiamo, ma tanto vince sempre lui...".