Rimini, 30 novembre 2010 - Seconda giornata di mobilitazioni studentesche a Rimini contro la riforma Gelmini. Ieri l'occupazione per quasi un'ora del ponte di Tiberio, non annunciata alla questura e organizzata in poche ore via internet, ha portato alla segnalazione di qualche studente da parte della Digos, ma nessuno è stato denunciato. Oggi gli universitari si sono ritrovati attorno alle 13 al centro studi in zona Colonnella, da dove un piccolo corteo, simbolicamente “funebre” e questa volta autorizzato, è partito verso piazza del municipio attraversando l'arco di Augusto.

Le forze dell'ordine confermano la presenza iniziale di una cinquantina di giovani arrivati via via a un centinaio, che si sono fatti strada 'armati' di striscioni e megafoni. “C'è stato qualche rallentamento al traffico ma senz'altro in misura minore rispetto a ieri”, conferma il dirigente della questura Simone Pineschi. In mattinata, invece, un altro sit-in ha stazionato in piazza Cavour, dove da qualche ora sta avanzando la principale forma di protesta organizzata in città: le lezioni all'aperto, sotto i portici della sala degli Archi al riparo dalla pioggia, organizzate con l'aiuto di qualche docente di Scienze della Formazione.

Giulia Bartolini, rappresentante degli Studenti del corso di laurea in Educatore sociale, dice di approvare perchè la cultura è un tema fondamentale per tutta la cittadinanza”. Secondo Ivo Pazzagli, professore di Antropologia culturale, “l'unico aspetto positivo della riforma Gelmini è l'unificazione di facoltà e dipartimenti”. Antonella Brighi, docente di Psicologia dello sviluppo, si domanda “come si fa a parlare di meritocrazia quando il criterio usato è quello di una sola pubblicazione in tre anni o quando i concorsi sono gestiti tutti a livello locale”.

Al momento attorno a piazza Cavour rimangono una cinquantina di giovani, qua e la' sorvegliati da poliziotti e carabinieri. L'autorizzazione a rimanere in piazza la questura l'ha rilasciata fino alle 16, ma quasi tutti i giovani sono da tempo già seduti sotto i portici per ascoltare attenti i professori. “Stiamo decidendo il da farsi, potremmo anche muoverci verso la stazione”, dice Federica Montebello del collettivo studentesco riminese. Non si segnala alcun incidente. Tra gli striscioni esposti fuori dalla sala degli Archi qualche frecciata a Bologna: “Difendiamo il diritto allo studio. Il nostro futuro? Uniboh?!!”.
Domani, alla sede del polo riminese dell'Alma Mater in via Angherà, si terrà un'assemblea informativa sulla legge Gelmini. Ne discuteranno insieme ricercatori e professori.