Rimini, 22 febbraio 2011 - Si alza il livello di penetrazione della criminalità organizzata in Emilia-Romagna. Questa volta, infatti, a cadere nella rete estorsiva di esponenti della camorra trapiantati nella riviera romagnola sono stati due imprenditori locali (attivi tra Rimini, Riccione e San Marino), e non più conterranei spostatisi al Nord. Picchiati, minacciati e ricattati per avere denaro (o altri beni) contemporaneamente da tre clan diversi (tra cui i Casalesi), feroci rivali in 'patria' ma coalizzati tra loro per l'occasione.

E' la novità che emerge dall'inchiesta del Ros dei Carabinieri e della Dda di Bologna che all'alba di oggi ha portato al fermo di 10 persone (quasi tutte di origine campana ma in parte residenti nel riminese) con l'accusa di estorsione aggravata dai metodi mafiosi. Una novità che preoccupa non poco gli investigatori, da tempo attenti alle ramificazioni di camorra e 'ndrangheta in Emilia-Romagna. Il fatto che le vittime di estorsione siano commercianti e imprenditori locali “ci conferma quello che diciamo da tempo - afferma il procuratore capo Roberto Alfonso in conferenza stampa - cioè che in Emilia-Romagna ci sono tentativi seri di infiltrazione di criminalità organizzata e gruppi criminali provenienti da diverse zone del Meridione”.

Tre i gruppi crimanali: quello dei Casalesi, quello dei Maraniello (di Acerra) e infine il clan Vallefuoco, una presenza che gli investigatori giudicano assolutamente nuova in regione. A riprova dell'altissimo livello di “violenza fisica e psichica” usata verso le vittime c'è il fatto che non sono stati gli imprenditori a denunciare e far partire l'inchiesta: alle vittime sono arrivati i Carabinieri (già sapendo tutto o quasi) che li hanno poi convinti a denunciare. Questi i nomi delle 10 persone sottoposte a fermo per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell'operazione 'Vulcano' del Ros dei Carabinieri e della Dda di Bologna. Sono: Gennaro Esposito, 38 anni, di Pomigliano d'Arco (Napoli), residente a Brusciano (Napoli); Giovanni Formicola, 60, di Portici (Napoli), residente ad Acerra (Napoli); Ernesto Luciano, 49, di Acerra (Napoli); Luigi Luciano, 39, di Napoli, residente a Rimini; Pasquale Maisto, 37, di Caserta, residente a Villa Literno (Caserta); Giuseppe Mariniello, 46, di Acerra (Napoli); Bruno Platone, 45, di Cattolica (Rimini); Sergio Romano, 46, di Napoli; Francesco Vallefuoco, 44, di Brusciano (Napoli), domiciliato a Rimini-Rivabella; Massimo Venosa, 36, di Caserta, residente a Montevarchi (Arezzo)

Quelle usate oggi dal procuratore capo Alfonso (che prima di arrivare a Bologna è stato per tanti anni alla Direzione nazionale antimafia) sono parole molto dure. “Nella zona si concentrano le attività di tre diversi gruppi criminali, uno è il clan Vallefuoco, uno il clan Mariniello e il terzo è il clan dei Casalesi, legato al clan Schiavone” afferma Alfonso. “Questa indagine ci fa capire - prosegue il procuratore capo - come quella zona in realtà sia diventata terreno di conquista e di attività estorsiva da parte delle organizzazioni campane”. Il procuratore capo ricorda che la Direzione distrettuale antimafia dell'Emilia-Romagna sta seguendo indagini di questo tipo anche su altre province. Su Modena è già emerso qualcosa (proprio ieri ci sono stati altri cinque arresti), su Reggio Emilia si sta lavorando e quanto a Bologna, dice Alfonso, non si esclude che possa emergere qualcosa.