Rimini, 3 marzo 2011 - Una notte decisamente ‘indimenticabile’, quella vissuta da un 42enne riminese, alla sbarra per atti osceni in luogo pubblico e guida in stato di ebbrezza.

Due reati scattati quando i carabinieri l’hanno sorpreso in auto con una giovane prostituta. L’uomo aveva un tasso alcolico di quasi 1,90, e anche se non stava guidando, aveva lasciato però l’auto accesa per scaldarsi, sufficiente al ritiro della patente.

I fatti risalgono al 5 maggio del 2009, quando l’uomo si apparta con l’auto in una traversa di via Montescudo con una ‘lucciola’. Una ‘scappatella’, dal momento che è sposato, che cerca di consumare al riparo da occhi indiscreti. Impossibile che qualcuno lo pizzichi in mezzo al buio della campagna e trovata una strada abbastanza isolata, ferma la macchina e si dedica alla ragazza. Lascia però il motore acceso, nonostante sia maggio, l’aria è tutt’altro che calda e per stare più ‘comodi’ è meglio azionare il riscaldamento.

Ma il riminese è sfortunato, perchè non fa i conti con i carabinieri della zona che sono in giro a pattugliare il territorio. E che vedendo una macchina isolata in mezzo ai campi, la prima cosa che pensano è che l’automobilista in questione ha qualcosa da nascondere. Così, quasi muore di paura, quando sul più bello sente bussare ai finestrini dell’auto. Quando si rende conto che sono i carabinieri, tira un sospiro di sollievo, per scoprire di lì a poco che è nei guai fino al collo.

Tanto per cominciare è mezzo nudo e i militari gli mettono subito nero su bianco un bel verbale per atti osceni in luogo pubblico. Ma non è ancora finita, perchè i carabinieri sono ‘armati’ anche di etilometro, e già che ci sono lo sottopongono alla prova del ‘palloncino’. E’ il tracollo, il riminese risulta avere nel sangue un tasso alcolico di 1,88. Non stavo guidando, ribatte lui. No, ma aveva la macchina accesa, gli rispondono, e poco cambia. Lui supplica e prega di contenere i danni, perchè è sposato e se lo viene a sapere sua moglie passerà guai ancora peggiori. I militari non possono fare altro che denunciarlo anche per guida in stato di ebbrezza, ritirargli la patente (per sei mesi) e consigliargli di rivestirsi. Tra i i loro doveri, gli spiegano, non c’è quello di fare la ‘spia’ alle moglie di quelli che colgono in flagranza. Risultato, ieri mattina il riminese si è presentato alla prima udienza del processo con almeno la consolazione di avere salvato il matrimonio.