Rimini, 13 aprile 2011 - Potrebbe accadere tra poche settimane o tra dieci anni. Una cosa è certa, "perché lo dice la storia sismica di questo territorio: a Rimini prima o poi — spiega Romano Camassi, dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia — si verificherà un terremoto pari a quello del 1916, la cui energia è paragonabile a quella del sisma in Abruzzo".

E allora Rimini farà bene "a trovarsi preparata, e non a fare come sta accadendo a Roma dove c’è una mobilitazione emozionale" sull’onda della ‘profezia’ del sismologo Bendandi, che ha previsto un forte sisma nella capitale per l’11 maggio. Da qui l’iniziativa voluta dall’ordine degli ingegneri, ‘Io non tremo’, per sensibilizzare la popolazione, e in particolare professionisti, tecnici e scuole, sui rischi dei terremoti.

Tanti gli appuntamenti in programma a Rimini, Verucchio e Coriano dal 7 al 21 maggio, con incontri, mostre, interventi di esperti, esercitazioni che coinvolgeranno anche gli studenti riminesi, che saranno ‘istruiti’ dai bambini dell’Aquila.

Una serie di eventi per "parlare ai riminesi del terremoto in modo non convenzionale – sottolinea Marco Manfroni, presidente dell’ordine degli ingegneri – e per far capire che il sisma si difende soprattutto con la prevenzione. Perché il terremoto, prima o poi arriverà". Negli ultimi cinque secoli ci sono state scosse fortissime nel 1672, nel 1786, nel 1875 e nel 1916, con danni agli edifici e anche delle vittime.

 "Non sappiamo quando capiterà il prossimo forte terremoto, ma sappiamo che ci sarà. Questo è un territorio a rischio sismico". Eppure, ricorda Manfroni, il patrimonio edilizio riminese non sembra preparato al meglio. "Fino alla seconda guerra Rimini era zona sismica. Nel dopoguerra i parlamentari riminesi, per velocizzare la ricostruzione, chiesero e ottennero di escludere Rimini dai territori a rischio sismico. Questo significa che il 70% degli edifici, quelli costruiti tra gli anni ’40 e gli ’80 (quando Rimini tornò a essere classificata zona sismica, dopo il terremoto in Irpinia), è stato realizzato senza seguire norme antisismiche".

 In questo 70% sono compresi molti hotel, anche se poi diversi sono stati ristrutturati e adeguati negli anni. Per gli ingegneri l’unico modo per stare sul sicuro «è demolire e ricostruire. Con una spesa di 1400 euro al metro quadrato è possibile, e conviene, visto che le ristrutturazioni più pesanti costano mille euro al metro». Peccato, continua Manfroni, «che il Psc e gli altri nuovi strumenti urbanistici non prevedano a nostro parere, sufficienti incentivi per ricostruire gli edifici a norma». Un esempio su tutti è il grattacielo di Rimini: "A Cesenatico l’hanno ristrutturato con 4 milioni di euro, anche il nostro avrebbe bisogno di interventi". Glissa invece Manfroni sul rischio sismico del nuovo Palas ("Ci sono troppi nostri iscritti coinvolti, non è il caso").

Ma ‘io non tremo’ sarà soprattutto l’occasione di sensibilizzare le scuole. Anzi, lo è già: in pochi mesi il progetto ha coinvolto 55 classi e oltre 1000 studenti delle elementari. "E’ stato fatto un gran lavoro, è giusto parlare del terremoto, non dev’essere un tabù", osserva il preside Giancarlo Fabbri. "Nelle scuole è stato fatto un lavoro straordinario", aggiunge l’assessore all’Istruzione, Samuele Zerbini. Che sulla sicurezza delle scuole riminesi sottolinea: "Sono tutte a norma, grazie agli interventi fatti negli anni. Tutte tranne le scuole medie Marvelli, dove i lavori di adeguamento sono già iniziati, e ‘Borgese’ che verrà dismessa a fine anno". E gli alunni saranno trasferiti in altre scuole, in attesa della nuova sede.