San Marino, 19 giugno 2011 - Benedetto XVI, dopo la visita a San Marino, è arrivato a Pennabilli, sede dell’episcopio. E’ stato accolto in rappresentanza del Governo dal sottosegretario alla famiglia Carlo Giovanardi e dall’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Farncesco Maria Greco.

Il Papa ha incontrato i 4000 giovani della diocesi di San Marino-Montefeltro riuniti a Pennabilli. "Impegnatevi per il bene comune - ha chiesto il Pontefice - Lasciatevi illuminare da Cristo e potrete portare nei diversi ambienti quella novita’ che puo’ cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo piu’ giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Non cedete - ha raccomandato - a logiche individualistiche ed egoistiche”.

Poi Benedetto XVI ha virato il discorso sul progresso, affermando che sembra ormai tramontare “una delle illusioni prodotte nel corso della storia, quella di pensare che il progresso tecnicoscientifico, in modo assoluto, avrebbe dato risposte e soluzioni a tutti i problemi dell’umanita’”. Infatti, “i dati scientifici e gli strumenti tecnologici non possono sostituirsi al mondo della vita, agli orizzonti di significato e di liberta’, alla ricchezza delle relazioni di amicizia e di amore”. “In realta’ - ha rilevato - se anche cio’ fosse stato possibile, nulla e nessuno avrebbe potuto cancellare le domande sul significato della vita, perche’ queste sono scritte, per cosi’ dire, nell’animo umano e oltrepassano la sfera dei bisogni”. Infatti, in ogni tempo e quindi “anche nell’era del progresso scientifico e tecnologico, l’uomo rimane un essere aperto alla verita’ intera della sua esistenza, che non si ferma alle cose materiali, ma si apre ad un orizzonte molto piu’ ampio”.
 

“Tutto questo - ha osservato Benedetto XVI rivolto ai ragazzi radunati nella piazza centrale di Pennabilli - voi lo sperimentate continuamente ogni volta che vi domandate: ‘perche’?’; quando contemplate un tramonto, o una musica muove in voi il cuore e la mente; quando provate che cosa vuol dire amare veramente; quando sentite forte il senso della giustizia e della verita’”.

“Cari giovani - ha ricordato il Pontefice - l’esperienza umana e’ una realta’ che ci accomuna tutti, ma ad essa si possono dare diversi livelli di significato. Ed e’ qui che si decide in che modo orientare la propria vita e si sceglie a chi affidarla, a chi affidarsi”. Il rischio paventato “e’ sempre quello di rimanere imprigionati nel mondo delle cose, del relativo, dell’utile, perdendo la sensibilita’ per cio’ che si riferisce alla nostra dimensione spirituale”. “Non si tratta affatto - ha concluso Ratzinger - di disprezzare l’uso della ragione o di rigettare il progresso scientifico, tutt’altro; si tratta piuttosto di capire che ciascuno di noi non e’ fatto solo di una dimensione ‘orizzontale’, ma comprende anche quella ‘verticale’”.

Il discorso del vescovo. ‘’I giovani sono il punto piu’ debole della nostra Chiesa e della societa’; sono vittime di operazioni o di manipolazioni condotte su di loro dalla cattiva cultura e dai cattivi maestri, che hanno dominato nell’ultimo secolo e mezzo la vita della nostra societa’ e delle nostre istituzioni’’. Lo ha sottolineato il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri, nel discorso con cui ha salutato l'arrivo del Papa. ‘’Siamo certi che questi giovani, nell’incontro con Vostra Santita’, sono chiamati a vivere un avvenimento ‘unico’ che segnera’ in modo indelebile la loro vita’’, ha aggiunto il vescovo, che ha ringraziato il Papa ‘’per questo gesto di affezione, con cui ha accettato di visitare questa nostra Diocesi e che si conclude con questo incontro che porta tutti noi decisamente nel futuro’’. Uno dei ragazzi presenti, nel corso del raduno a Pennabilli, ha presentato al Papa una serie di domande che rappresentano le principali attese e dubbi dei giovani.

In serata il ritorno in Vaticano.

LA VISITA A SAN MARINO

Una folla di fedeli ha riempito lo stadio di San Marino per la storica visita pastorale di Papa Benedetto XVI. Il Pontefice è arrivato a San Marino poco dopo le 9, in elicottero all'eliporto di Torraccia. Ad accoglierlo, tra gli altri, i due Capitani Reggenti della piccola Repubblica del Titano, Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini, e il vescovo mons. Luigi Negri.

Da qui il Papa si è spostato a Serravalle, una frazione ai piedi della rocca di San Marino, dove alle 10, nella spianata dello stadio è iniziata la celebrazione della messa, davanti a 22mila fedeli (due terzi della popolazione del piccolo Stato che conta poco più di 31mila abitanti). La papamobile con a bordo Benedetto XVI e’ entrata nello stadio accolta da un grande applauso e dallo sventolio di bandiere bianche e gialle. E, come sempre avviene, alcune mamme hanno avvicinato al Papa i loro bambini. Sono 25 i cardinali e i vescovi, che unitamente a 200 sacerdoti, celebrano la messa.

 

L'OMELIA DI BENEDETTO XVI

Nell'attuale fase storica e sociale non vanno "dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilita’ psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell’ottenere continuita’ formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarieta’, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilita’ lavorativa". E’ uno dei passaggi centrali dell'omelia.

Il Pontefice ha poi ricordato che la Chiesa rispetta l’autonomia del potere civile ma da’ il proprio sostengo a quelle legislazioni che tutelano la vita e chiede che la famiglia sia sostenuta fattivamente. “La Chiesa - ha detto il Papa - rispettosa della legittima autonomia di cui il potere civile deve godere, collabora con esso al servizio dell’uomo, nella difesa dei suoi diritti fondamentali, di quelle istanze etiche che sono iscritte nella sua stessa natura’’.


‘’Per questo - ha aggiunto - la Chiesa si impegna affinche’ le legislazioni civili promuovano e tutelino sempre la vita umana, dal concepimento fino al suo spegnersi naturale’’. ‘’Inoltre - ha detto ancora il Papa - chiede per la famiglia il dovuto riconoscimento e un sostegno fattivo. Ben sappiamo, infatti, come nell’attuale contesto l’istituzione familiare venga messa in discussione, quasi nel tentativo di disconoscerne l’irrinunciabile valore’’.


‘’A subirne le conseguenze - ha proseguito - sono le fasce sociali piu’ deboli, specialmente le giovani generazioni, piu’ vulnerabili e percio’ facilmente esposte al disorientamento, a situazioni di auto-emarginazione ed alla schiavitu’ delle dipendenze. Talvolta le realta’ educative faticano a dare ai giovani risposte adeguate e, venendo meno il sostegno familiare, spesso essi si vedono precluso un normale inserimento nel tessuto sociale’’. ‘’Anche per questo - ha detto ancora il Pontefice - e’ importante riconoscere che la famiglia, cosi’ come Dio l’ha costituita, e’ il principale soggetto che puo’ favorire una crescita armoniosa e far maturare persone libere e responsabili, formate ai valori profondi e perenni’’.


Come l’intera penisola italiana e tutta l’Europa, che la piccola Repubblica del Titano e’ chiamata a "confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalita’, costumi e sensibilità". Ed "anche qui come altrove, non mancano difficolta’ e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità". 

"Si e’ insinuata - ha osservato il Papa - la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Cosi’, anche in queste terre, si e’ iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l’esperienza della fede".

Benedetto XVI ha lanciato poi un appello affinche’ "le Autorita’ civili ed ogni persona di buona volontà" si impegnino "a garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza". Lo ha fatto al termine della celebrazione. Il Papa ha voluto infatti ricordare che "domani ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato e in tale circostanza, quest’anno si celebra il sessantesimo anniversario dell’adozione della Convenzione internazionale che tutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propri Paesi". 

''Al di la' delle questioni storiche - ha aggiunto il Papa - interessa affermare come Marino e Leone portarono nel contesto di questa realta' locale, con la fede nel Dio rivelatosi in Gesu' Cristo, prospettive e valori nuovi, determinando la nascita di una cultura e di una civilta' incentrate sulla persona umana, immagine di Dio e percio' portatore di diritti precedenti ogni giurisdizione umana. La varieta' delle diverse etnie - romani, goti e poi longobardi - che entravano in contatto tra loro, qualche volta anche in modo molto conflittuale, trovarono nel comune riferimento alla fede un fattore potente di edificazione etica, culturale, sociale e, in qualche modo, politica. Era evidente ai loro occhi che non poteva ritenersi compiuto un progetto di civilizzazione fino a che tutti i componenti del popolo non fossero diventati una comunita' cristiana vivente e ben strutturata. A ragione, dunque, si puo' dire - ha affermato Benedetto XVI - che la ricchezza di questo popolo, la vostra ricchezza, cari Sammarinesi, e' stata ed e' la fede, e che questa fede ha creato una civilta' veramente unica''.

"Un pensiero di speciale riconoscenza" e’ stato rivolto da Benedetto XVI a conclusione della messa "a tutti coloro che hanno cooperato alla preparazione e organizzazione di questa mia visita". "Cari fratelli e sorelle, mentre ci avviamo a concludere questa celebrazione, l’ora del mezzogiorno - ha detto ancora il Papa - ci invita a rivolgerci in preghiera alla Vergine Maria. Anche in questa terra, la nostra Madre Santissima e’ venerata in diversi Santuari, antichi e moderni. A lei affido tutti voi e l’intera popolazione Sammarinese e Montefeltrina, in modo particolare le persone sofferenti nel corpo e nello spirito. Grazie di cuore!".

 

 

L'ACCOGLIENZA

Poco prima, all’eliporto, dopo l’atterraggio, il Papa ha ricevuto dalle mani di due bambini un mazzo di fiori bianchi e azzurri, i colori di San Marino. All’arrivo del pontefice all’eliporto c’erano il segretario di Stato per gli Affari Esteri, Antonella Mularoni, l’ambasciatore presso la Santa Sede, Sante Canducci, monsignor Giuseppe Bertello, Nunzio Apostolico nella Repubblica di San Marino, il capitano di Castello di Domagnano, Daniele Gasperoni, e il capo del cerimoniale Marcello Beccari. L’arrivo di Benedetto XVI e’ stato accolto da un suono di campane in tutta la Repubblica di San Marino.

Nel pomeriggio c'è stato l'incontro con le autorita' civili a Piazza della Libertà poi nel Palazzo Pubblico, cuore di San Marino.

Crisi economica. Il Papa ha voluto incoraggiare le autorità e i cittadini alle prese con quello che i capitani reggenti hanno definito nel loro discorso al Papa, il passaggio forse piu’ difficile della storia ultramillenaria elmpiccolo Stato. "Anche nella Repubblica di San Marino, l’attuale situazione di crisi spinge a riprogettare il cammino e diventa occasione di discernimento; essa infatti pone l’intero tessuto sociale di fronte all’impellente esigenza di affrontare i problemi con coraggio e senso di responsabilita’, con generosita’ e dedizione, facendo riferimento a quell’amore per la liberta’ che distingue il vostro popolo”. Un momento difficile che il Papa ha paragonato a quello gia’ attraversato dalla Repubblica del Titano “negli anni successivi al secondo conflitto mondiale sono stati un tempo di ristrettezze economiche, che hanno costretto migliaia di vostri concittadini ad emigrare”. “E’ venuto poi - ha ricordato Ratzinger - un periodo di prosperita’, sulla scia dello sviluppo del commercio e del turismo, specie di quello estivo trainato dalla vicinanza della riviera adriatica”.

“Nel frangente di difficolta’ economiche in cui versa anche la Comunita’ Sammarinese, nel contesto italiano e internazionale, la mia - ha spiegato - vuole essere una parola di incoraggiamento”. Per il Pontefice, “non mancano - del resto - le forze positive che permetteranno alla vostra Comunita’ di affrontare e superare l’attuale situazione di difficolta’. A tale proposito - ha poi concluso - auspico che la questione dei lavoratori frontalieri, che vedono in pericolo la propria occupazione, si possa risolvere tenendo conto del diritto al lavoro e della tutela delle famiglie”. Benedetto XVI ha espresso fiducia che la societa’ sanmarinese non si lasci condizionare da “un certo smarrimento del senso cristiano della vita e dei valori fondamentali” che ha in parte accompagnato il periodo di relativo benessere economico. Infatti, “la societa’ sammarinese manifesta ancora una buona vitalita’ e conserva le sue migliori energie; ne danno prova le molteplici iniziative caritative e di volontariato a cui si dedicano numerosi vostri concittadini”.
 

In questo contesto, Benedetto XVI ha citato anche “i numerosi missionari sammarinesi, laici e religiosi, che negli ultimi decenni hanno lasciato questa terra per portare il Vangelo di Cristo in varie parti del mondo, ricordando infine ai capitani reggenti “il compito di costruire la citta’ terrena nella dovuta autonomia e nel rispetto di quei principi umani e spirituali a cui ogni singolo cittadino e’ chiamato ad aderire con tutta la responsabilita’ della propria coscienza personale; e, allo stesso tempo, il dovere di continuare a operare attivamente per costruire una comunita’ fondata su valori condivisi”, cioe’ “nella comunanza dei valori civili e con le sue specifiche peculiarita’ culturali e religiose”, per “scrivere una nuova e nobile pagina di storia e divenga sempre piu’ una terra in cui prosperino la solidarieta’ e la pace”.

Il Papa lascia San Marino per dirigersi a Pennabilli. “Nel momento in cui lascio il territorio della Repubblica di San Marino al termine della mia breve ma intensa visita pastorale desidero esprimere alle loro eccellenze alle istituzioni e all’intera popolazione la mia viva gratitudine per la calorosa accoglienza”.
E’ questo il testo del messaggio che Benedetto XVI ha indirizzato ai capitani reggenti del piccolo stato al momento di partire in elicottero dall’eliporto di Torraccia alla volta di Pennabili, la principale citta’ italiana della diocesi di San Marino-Montefeltro, per completarela sua visita pastorale.
Ultimo atto del soggiorno nella Repubblica piu’ antica del mondo, e’ stata la preghiera nella basilica di San Marino davanti al santissimo sacramento e per venerare le reliquie del santo, anacoreta e diacono Marino: un dalmata tagliapietre fuggito dall’isola di Arbe, per scampare alle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Marino, cosi’ narra la leggenda, lasciate le coste della Dalmazia su un’imbarcazione di fortuna, approdo’ a Rimini attorno all’anno 257. Sopravvisse esercitando l’arte dello scalpellino, il tagliatore di pietre. E sempre secondo l’antica narrazione scopri’ la meraviglia del monte Titano andando a cercare, fin sulla vetta, nuove pietre da tagliare, impressionato da quel luogo ameno tanto da decidere di farne la sua dimora da eremita.

E' la prima volta che il Pennabilli riceve la visita di un pontefice. Qui ci sara' la veglia con i giovani: attese almeno 4000 persone. Stanotte il forte vento che ha soffiato nella zona ha creato qualche preoccupazione per l'organizzazione della visita papale. 


I DONI

Un cofanetto in argento Faberge’ (soprannominato il gioielliere degli zar) è stato il dono del vescovo di San Marino-Montefeltro, Luigi Negri, al Papa. Mentre il dono dei due Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino e’ costituito da un cofanetto in argento con un crocifisso in oro che riproduce un’opera del pittore Guido Reni. La scatola donata da mons. Negri porta i punzoni di Mosca anno 1892, il marchio in cirillico KY, riferito all’ ‘assaggiatore’ (cioe’ colui che svolgeva il lavoro per verificare il titolo del metallo), le iniziali del maestro argentiere che la realizzo’ ‘AA’ corrispondenti ad Alexander Ajanowitsch che faceva parte dei 21 Artal, reputati i migliori allievi di Faberge’. Il prezioso oggetto di fattura semplice ed elegante, e’ stata acquistato a Londra nella primavera del 2010.