Rimini, 2 agosto 2011 - IL PIU’ GIOVANE ha 27 anni, il più grande 50: tutti con lo stesso problema, una dipendenza da gioco che li ha portati all’ossessione per il gioco. Tanto da essere costretti ad ammettere con se stessi che non si trattava più di un passatempo ma di una tragedia sia per il conto in banca che per la loro vita familiare. E così hanno deciso di rivolgersi all’associazione Giocatori Anonimi che ha aperto una sede anche a Rimini sei mesi fa.

Dodici le persone che partecipano regolarmente agli incontri. Si tratta di uomini e, nella quasi totalità, di vittime dalle ‘macchinette’, le slot che trovi in moltissimi bar e nelle sale giochi.
Poche di queste persone hanno sviluppato una dipendenza da altri giochi, salvo qualche raro caso rimasto incastrato nel gratta e vinci.

Sandro, fa l’idraulico, è il più anziano del gruppo e, dopo una battaglia vinta contro le macchinette, dà una mano agli altri ad uscire dal tunnel della dipendenza da gioco.

Sandro, lei come ha iniziato?
«Con le slot, appena uscirono, oltre dieci anni fa. Nel bar sotto casa vidi una persona che buttava dentro dei gran soldi e io misi 10.000 lire, allora c’erano ancora le lire e vinsi subito 3 milioni (di lire). Quella fu la mia rovina».

Dopo non ha più vinto nulla?
«Ma sì, qualcosa vincevo tipo 7/800 euro che finivano subito dentro a un’altra slot».

Quanto pensa di aver perduto al gioco?
«Con esattezza non lo, ma almeno 80 mila euro»

Quando ha deciso di smettere?
«Quando mia moglie ha scoperto che nel conto in banca c’erano dei grossi ammanchi. Ma a quel punto era troppo tardi».

In che senso?
«Nel senso che mia moglie aveva deciso di andarsene e con lei se ne andava anche mia figlia. La mia famiglia si è disgregata».

Anche a Rimini, come in altre città, non ci sono donne che chiedono il vostro aiuto. Perché?
«E’ vero, sono soprattutto gli uomini che decidono di intraprendere un cammino per smettere di giocare. Devo dire che alcune sere fa ha chiamato una ragazza, mi ha chiesto una serie di cose, di informazioni sull’associazione. Poi mi domandato se erano presenti anche delle donne ai nostri incontri. Quando le ho risposto che c’erano solo uomini mi ha detto che non sarebbe venuta. Non se la sentiva. Le ho detto che se voleva veramente smettere di giocare non aveva importanza se c’erano uomini o donne: il problema è uguale per tutti. Spero che ci ripensi e decida di farsi aiutare».

Le riunioni dell’associazione, per quanto riguarda la sede di Rimini, si tengono tutti i lunedì sera, dalle 21.30 alle 11.30 a Rivazzurra, in via dei Martiri 24, nei locali che ha messo a disposizione dei Giocatori Anonimi il parroco. Un gesto di grande generosità per il quale l’associazione non smette di ringraziare il sacerdote.
Per chi volesse avere informazioni o un primo approccio su come funziona l’associazione, la cui partecipazione è gratuita, può chiamare il seguente cellulare: 345-2317124.