Rimini, 16 febbario 2012 - L’UNICA certezza è che si tratta di una strage. Restano da definire solo le proporzioni. Perchè al momento si può solo ipotizzare quale abbiano pagato gli animali in queste due settimane di neve e gelo. Secondo l’associazione dei cacciatori Urca di Rimini quest’anno le perdite di caprioli dovrebbe essere compresa fra il 35 e il 40 per cento della popolazione. «Un numero davvero impressionante — spiega Pier Claudio Arrigoni, responsabile della tutela faunistica della Provincia — se paragonato a un inverno normale, durante il quale ne muore circa il 5%. Al momento non è possibile fare una stima precisa, ma sicuramente si tratta di perdite molto gravi». E per questo motivo la giunta provinciale a partire da oggi ha chiuso in anticipo la caccia di selezione al capriolo. «La sollecitazione — svela Arrigoni — è arrivata dagli stessi cacciatori e dagli ambiti territoriali di caccia. Una proposta da sottolineare e che conferma il grande cambiamento culturale avvenuto nel mondo della caccia». La chiusura della caccia di selezioni sarebbe andata avanti fino al 10 marzo. I caprioli dovrebbero essere gli animali selvatici più colpiti dall’eccezionale nevicata, anche se non saranno certo gli unici. «Credo che anche i cinghiali abbiano subito perdite consistenti — prosegue Arrigoni — Soprattutto in caso di cucciolate anticipate: se la madre non ha preparato un ambiente sufficientemente caldo, tanti piccoli cinghiali potrebbero non essere riusciti a sopravvivere. Danni ingenti anche per i fagiani, meglio invece dovrebbe essere andata alle pernici. Quanto ai lupi, anche per loro si è trattata di una situazione anomala: in questi giorni si sono potuti nutrire con le carcasse di animali morti, ma molti sono disorientati». Come l’esemplare ritrovato l’altro giorno a Ponte Messa e prontamente soccorso: il lupo di circa un anno e mezzo e del peso di 24 chili è stato curato e quindi trasferito al parco regionale boschi di Carrega di Parma. A prendersi cura dell’esemplare è stato l’ufficio tutela faunistica, il corpo forestale e l’unità veterinaria dell’Ausl «E’ stato un lavoro di equipe — spiega ancora il responsabile provinciale Arrigoni — Dobbiamo ringraziare anche l’impegno messo in campo dalle guardie ecologiche volontarie e le gaurdie venatorie. C’è grande sensibilità da parte di tutti nei confronti degli animali». Oggi in alta Valmarecchia un elicottero della Forestale si alzerà per portare fieno agli animali selvatici in difficoltà a trovare cibo.

PESANTE il bilancio anche per gli animali delle aziende agricole della zona. Una stima più precisa verrà fatta oggi pomeriggio nel tavolo convocato dalla Provincia. «L’azienda più colpita è la Tosi di Pietracuta — spiega Augusto Braschi — dove nel crollo della stalla sono morte 35 vacche da latte e alttre sono rimaste ferite. In un altro crollo a Sant’Agata sono morti 6 o 7 bovini, mentre a San Leo c’è stata una strage nel capannone di polli che ospita solitamente 10-15mila esemplari. Ma credo che non sia finita qui: a farne le spese potrebbero essere anche maiali e pecore».

Filippo Graziosi