Rimini, 18 marzo 2012 - GIOENZO RENZI, con il suo esposto ha messo in buca il governatore Vasco Errani indagato per falso ideologico. Come è iniziata la vicenda?
«Come consigliere regionale di An, il 5 novembre 2009 ho presentato una mozione, e il 24 novembre ho chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul finanziamento di un milione di euro alla Cooperativa Terremerse di Bagnacavallo, guidata dal fratello del presidente Errani, Giovanni».

Cosa c’era di strano?
«Irregolarità procedurali, Terremerse non aveva i requisiti per ottenere i finanziamenti, come ho dimostrato documenti alla mano».

In quel consiglio la maggioranza disse ‘no’ alla commissione.
«Appunto, dopo tre ore di accesissimo dibattito Errani disse che era già stato in procura a documentare la regolarità del finanziamento. Se tutto era a posto, perché blindarsi?».

In quel consiglio fu anche letta da Alfredo Bertelli la lettera di due paginette consegnata da Errani alla procura di Bologna. A quel punto lei cosa ha fatto?
«Ho tirato diritto e sono andato in procura, depositando un fascicolo di documenti. Avessero accolta la richiesta di commissione d’indagine, non mi sarei rivolto alla magistratura. Ma ha prevalso il senso di impunità e onnipotenza».

Quando ha varcato la soglia del palazzo di giustizia?
«Il 7 gennaio 2010, ho presentato un esposto al dottor Roberto Alfonso. E contestualmente alla Corte dei Conti, al dottor Ignazio Del Castillo».

E poi?
«Di lì è iniziata l’indagine, che nell’agosto 2010 ha visto emettere un avviso di garanzia nei confronti di Giovanni Errani, allora legale di rappresentante di Terremerse, per i lavori di realizzazione di uno ‘Stabilimento enologico per la produzione di vini di qualità’ a Imola. E ha visto il governatore, a quanto mi risulta, rientrare precipitosamente da una vacanza in barca».

Quale convinzione ricava dalla vicenda?
«Dalla lettura di numerosi atti, certificazioni, documenti, appare evidente che le tempistiche seguite nell’esecuzione dei lavori di ampliamento dello stabilimento non sono stati congrui con i tempi di fine lavoro fissati al 31 maggio 2006 per ottenere il contributo di un milione di euro. E’ palese l’irregolarità».

Insomma, la sua personale ‘sentenza’ l’ha già emessa...
«Errani ha detto che era tutto a posto nel 2009, in consiglio. Ha detto che era tutto a posto dopo l’avviso di garanzia. E oggi dice che è tutto a posto dopo l’avviso di fine indagine, che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio. Io ho solo chiesto di accertare la regolarità di un iter. Aspetto gli esiti dell’inchiesta».

di Mario Gradara