Rimini, 6 maggio 2012 - LA SPECIALITÀ della casa è il caffè da gustare con gli occhi. A servirlo sono le cinque ragazze che si alternano dietro al bancone, dispensando sorrisi e innocenti ammiccamenti agli avventori. Giovani, carine e anche occupate: sono loro gli ingredienti, non certo segreti, del successo del bar Amarcord alle Celle.

Amanda, Aurica, Maria Teresa, Ludmila e Tonia attirano come il miele la clientela, formata quasi esclusivamente dai dipendenti delle numerose aziende e uffici della zona. Un assedio al bancone che inizia alle 5 del mattino con le colazioni, prosegue durante la pausa pranzo e si esaurisce solo dopo l’aperitivo. Per ricominciare puntuale la mattina successiva. Il marchio di fabbrica del bar Amarcord è un’intuizione della titolare Adriana Betti. «Scelgo le mie dipendenti anche per l’aspetto fisico — spiega Adriana, regina del locale dal 1997 — Non tralascio le capacità professionali, ma credo che una bella presenza non guasti soprattutto in un bar come il mio frequentato al 90% da uomini. E vedo che i miei clienti sono felici di essere serviti da queste ragazze gentili e con il sorriso sempre sulle labbra. Si è instaurato un gioco fatto di simpatia, ma non si va mai oltre: questo è un lavoro, non ci sono secondi fini. Su questo aspetto sono molto rigorosa».

Un rigore che Adriana pretende anche nell’abbigliamento delle sue ragazze. «Non mi sono mai piaciute le divise — spiega — Chiedo solo che siano curate e gradevoli, ma mai provocanti. Niente minigonna, quella non funziona. La differenza la fanno la gentilezza e l’ambiente familiare che si è creato». Ma i suoi ‘angeli’ del bancone non rinunciano a magliette aderenti e jeans attilati che ‘provocano’ lunghe code al loro cospetto. E fra un caffè e una piadina... «Alcune ex dipendenti si sono anche sposate con dei clienti, il bar è quasi come un’agenzia matrimoniale» scherza Adriana.

UN’AGENZIA che ha lavorato anche per due delle attuali bariste. «Sembra quasi di essere a Stranamore» dicono divertite Maria Teresa e Amanda. Ma loro e le altre colleghe sono abituate ad avere addosso gli occhi dei clienti. «Non ci disturbano queste attenzioni. Con tante di queste persone si è creato un bel rapporto di amicizia: ci lanciano battutine, ma anche regali e fiori per il compleanno. Qui ci troviamo davvero bene, ci divertiamo e quasi non sembra un lavoro. Siamo come una grande famiglia: tanti clienti quando entrano nel bar sono contenti di vederci. E in questo momento cerchiamo, anche solo per qualche minuto, di far dimenticare la crisi con un sorriso. Alcune clienti si sono davvero affezionati e arrivano anche da Bologna e Fano, solo per farci un saluto». Perchè le sexy bariste nel caffè non aggiungono solo zucchero. Ma anche un pizzico di peperoncino.

Filippo Graziosi