Rimini, 7 settembre 2012 - L’ULTIMA corsa di Leonardo Bernabini è finita quando Marco Zinnanti ha tirato fuori quel fucile nascosto sotto terra in fondo a via Monterotondo ed ha fatto per risalire in auto, sulla Opel Astra che lo aveva portato lì dal Classic alle 9 e mezza di mattina. Forse Bernabini si è spaventato. Oppure ha detto al ‘biondino’ fuori di testa che armato non lo avrebbe portato da nessuna parte.

Di certo l’omicida gli ha sparato prima dal finestrino poteriore sinistro, poi ha girato e gli ha sparato il colpo di grazia dall’altro lato dell’auto mentre il povero tassista aveva innescato la retromarcia. Questa la ricostruzione più attendibile dell’omicidio di Covignano per il quale gli investigatori della squadra mobile mercoledì sera a Rocca Santa Maria, 4 case in provincia di Teramo, hanno arrestato, con un fermo del pm Davide Ercolani, Marco Zinnanti, 22 anni, nato a Novafeltria ma residente da anni a Rimini.

E’ cresciuto tra via Acquario e Spadarolo Marco, in mezzo a quel gruppo di prepotenti e rissosi che hanno dato parecchio filo da torcere alle forze dell’ordine anche per la droga negli ultimi dieci anni. Marco Zinnanti, nonostante la giovane età aveva precedenti per rapina, risse e lesioni. Nella sua ‘tana’ di via Teodorico dove aveva cocaina, hashish, una pistola rubata, e quasi 100mila euro in contanti, oltre a documenti falsi, è stata trovata un copia di Main Kampf, il delirante scritto di Hitler sul predominio della razza ariana. E’ l’unico libro che c’era oltre ad un manuale per la coltivazione della cocaina. Il libro del fuhrer sarebbe in sintonia con il carattere rissoso e forse razzista del giovane Zinnanti che era entrato, secondo i poliziotti in un ‘giro’ di criminalità importante, era già un piccolo boss.
 

E ORA GLI investigatori sospettano che quel fucile fosse stato nascosto così bene perchè aveva sparato poco tempo fa. Potrebbe trattarsi dell’arma che ha esploso alcuni colpi nella notte tra il 25 e il 26 agosto a due passi dal ponte dei Milla. Due italiani in sella ad una vespa avevano preso a fucilate due tunisini. Due di questi erano rimasti feriti e avevano raccontato che gli italiani si erano fermati per rimproverarli del chiasso che facevano. Dieci minuti dopo erano tornati armati di un fucile a pallini, ma col calcio corto, proprio come quello del delitto di Covignano. I magrebini erano poi stati arrestati la sera dopo in un barcone dove stavano confezionando eroina. Evidentemente le fucilate hanno a che fare con il mercato della droga.
 

Sarebbe Marco Zinnanti anche il responsabile dell’accoltellamento di un riminese di 35 anni colpito davanti alla stazione nel gennaio del 2010 e finito in prognosi riservata. Ieri il pm Davide Ercolani con il procuratore Giovagnoli, con Nicola Vitale e Luciano Baglioni, capo e vice della Mobile sono andati in carcere per interrogare il fermato, ma Zinnanti non ha parlato. Lo farà oggi, assicura il suo avvocato Giuliano Renzi, nell’interrogatorio di convalida davanti al gip.
 

Lorenza Lavosi

IL DELITTO Tassista abusivo ucciso con due colpi alla testa

LA CATTURA Il racconto del blitz e dell'arresto

LE FOTO La scena del delitto