Rimini, 2 dicembre 2012 - SEVIZIATA e umiliata dalle sue coetanee al punto da svenire per lo choc. Il bullismo al femminile è in forte aumento, dice la Polizia, ma l’episodio accaduto a una 13enne riminese fa accapponare la pelle. Quattro ragazzine, tra i 14 e i 15 anni, e un amico di 17 devono ora rispondere di una sfilza di reati. E le più feroci, raccontano, erano le ‘femmine’.

L’episodio risale al settembre scorso, quando una donna trova una giovane svenuta in uno dei bagni del centro commerciale Le Befane. Chiama subito un’ambulanza, poi arriva la madre e infine la Polizia. La 13enne si riprende, ma è in evidente stato di choc e continua a piangere. Ed è fra le lacrime che racconta del ‘trattamento’ che le è stato riservato poco prima. L’ultima moda, per i giovanissimi, sono i centri commerciali, e Rimini non fa eccezione. In molti si ritrovano il sabato pomeriggio nel parcheggio o nella zona ristoro. Quel giorno c’era anche lei, insieme a un paio di amiche e ad altri ragazzi.

Di faccia si conoscono tutti, ma finisce lì. Tutto era cominciato quando lei aveva chiesto a qualcuno se voleva finire il suo frappè, non le andava più ed era un peccato buttarlo. Una proposta che aveva scandalizzato quattro giovanissime virago che probabilmente non aspettavano altro che di individuare la loro vittima per sentirsi qualcuno. Le si erano avvicinate minacciose, quindi le avevano rovesciato addosso il frullato e un’altra bibita sulla testa. Poi erano cominciati sputi, insulti e spintoni. La 13enne era caduta a terra e aveva battuto la testa, ma nemmeno quello le aveva fermate. La giovane vittima era allora corsa in bagno a lavarsi, umiliata e spaventata. Ma poi aveva commesso l’«errore» di tornare nel piazzale.

Le quattro streghe erano ancora lì, e le erano saltate addosso di nuovo, mentre il resto del ‘branco’ aveva fatto circolo per impedirle di andarsene, pronto a godersi lo spettacolo. Avevano ricominciato a sputarle addosso e a dileggiarla, ma il peggio era stato quando l’avevano costretta a inginocchiarsi per «chiedere scusa» di un torto che non esisteva. Inebetita dallo spavento, la ragazzina si era inginocchiata e così l’avevano fatta rimanere, mentre gli altri intorno la deridevano. «Chiedi scusa» minacciavano le streghe, e lei intontita eseguiva l’ordine. Nessuno è intervenuto in sua difesa, nessuna pietà in quel gruppo di minorenni votati alla legge del più forte. Nemmeno le amiche hanno avuto il coraggio di intervenire, per paura di fare la stessa fine. Le hanno solo detto «scappa». E lei, dopo essere stata in ginocchio per chissà quanto tempo, ha trovato la forza di rompere il ‘cerchio’ e di fuggire. Si è rifugiata di nuovo nei bagni, dove ha perso i sensi.

L’Ufficio minori della Divisione anticrimine della questura ha identificato e rintracciato uno dopo l’altro i cinque aguzzini, e li ha ‘invitati’ in ufficio insieme ai genitori. Quasi nessuna traccia di pentimento, però. «Uno scherzo», hanno commentato acide le ragazzine terribili. Anzi, hanno confessato che qualcuno voleva riprendere la scena per mandarla su YouTube, ma hanno pensato che fosse troppo rischioso. Se la vedranno brutta lo stesso, visto che dovranno rispondere di lesioni personali, ingiura, violenza privata, minacce e omissione di soccorso. Cattiveria e stupidità non sono ancora reato.

di Alessandra Nanni