Rimini, 16 dicembre 2012 - LA CRISI economica spaventa le famiglie, ma, allo stesso tempo, apre i cuori. Proprio in tempo di ristrettezze economiche, quando la parola d’ordine per tutti è diventata risparmiare, moltissimi riminesi si aprono agli altri, tagliando sì, ma sul proprio superfluo.


In questi giorni che precedono le feste, in tanti hanno scelto di donare qualcosa, che siano vestiti, cibo o denaro, alla Caritas diocesana di Rimini. La conferma arriva dallo stesso responsabile dell’ufficio stampa, Cesare Giorgetti: «La gente sente la crisi, ma soprattutto la capisce nel profonfo. Così, invece di chiudersi su se stessa, rivolge il proprio pensiero a chi è meno fortunato. Rispetto agli anni passati noi stiamo vedendo un aumento sensibile di persone che fanno donazioni o portano cibo qui da noi. Non posso quantificare, ma l’aumento è tanto, un 10-20% in più. Tantissimi preferiscono rimanere anonimi». Così come ha voluto rimanere rigorosamente senza nome, l’uomo che si è presentato agli uffici Caritas per fare un regalo: «Ha staccato un assegno e ci ha detto che quella era la cifra della sua tredicesima. ‘Quest’anno a me non serve, usatela voi’, ha detto agli impiegati, andandosene subito dopo. Ma altri riminesi sono passati in amministrazione, in via Madonna della Scala, lasciando parte della propria gratifica aziendale, pensando ai tanti rimasti senza un’occupazione e senza una casa.


«Noi registriamo un aumento di sensibilità verso chi soffre, verso chi si trova, all’improvviso, senza lavoro, passando da una situazione di benessere ad una di disagio economico. Oltre al denaro, tantissimi riminesi ci consegnano vestiti, scarpe pesante, coperte, abbigliamento caldo per chi non ha una casa o un lavoro— continua Giorgetti—. Dall’inizio del mese una signora cinquantenne ogni giorno fa la spesa per una persona in più della sua famiglia: quel cibo in più viene consegnato direttamente a noi della Caritas». Storie, tante storie che si intrecciano nel nome della solidarietà e dell’altruismo.


«Nell’ultimo periodo—spiega ancora Giorgetti—sono cresciute in modo esponenziale le persone che si offrono per fare volontariato. Ci dicono ‘Ho del tempo da donare’. Sono giovani, meno giovani, pensionati come cassintegrati, giovani delle superiori come universitari. Abbiamo anche ex nostri ospiti che vogliono, in qualche modo ricambiare per quello che hanno ricevuto». Toccante l’esperienza di un ex senza tetto che oggi è riuscito a ricomporre la propria vita e che dedica parte del suo tempo libero in Caritas: «Questa è la mia famiglia ed è con voi che voglio spartire le mie ore. Voi mi avete dato tanto quando io ero in difficoltà ed io vorrei fare qualcosa adesso per gli atri».


Ed alla Caritas sono già al lavoro per preparare il pranzo del 23 al quale prenderà parte anche il vescovo, Francesco Lambiasi e quello di Natale vero e proprio. «Il menù natalizio non è stato ancora deciso—raccontava un’altra volontaria Caritas—ma saranno 200-250 i pasti caldi che verranno serviti agli ospiti». D’altronde ogni giorno sono circa duecento le persone che si rivolgono alla Caritas per un pasto caldo, con un 40% di italiani e con sempre più donne. Ma la Caritas c’è e non conosce crisi.
 

di Grazia Buscaglia