Rimini, 9 aprile 2013 - Nelle prime ore di stamane, i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Napoli - Direzione distrettuale antimafia, hanno seguito un’ordinanaza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 24 indagati responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso e riciclaggio, con l’aggravanete del metodo mafioso.

L’attività investigativa ha permesso di individuare un canale di reimpiego dei capitali illecitamente percepiti attraverso operazioni finanziarie con società di capitali nello stato di San Marino, nonché ricostruire le manovre del sodalizio tese alla creazione di una struttura satellite operativa nelle Marche ed in Emilia Romagna per la gestione in loco degli affari illeciti.

Nell’ambito dell’operazione, denominata “Titano”, la Direzione investigativa Antimafia ha eseguito un sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per un valore di 2 milioni di euro.  a carico del clan Fabbrocino, attivo nel Napoletano. I beni - tra cui una villa a Palma Campania - erano nella disponibilità di Domenico Cesarano, 58anni, già destinatario, nel marzo scorso, di un altro provvedimento di sequestro di beni per 5 milioni di euro.

Tra gli arrestati figurano inoltre alcuni emiliani e marchigiani accusati di avere messo a disposizione dei casalesi le loro conoscenze sul territorio. Tra questi un imprenditore di Riccione. Le attività dei clan campani riguardano soprattutto le zone di Fano, Pesaro, Riccione, Rimini e San Marino.